Altro che “Servi Sciocchi”

Il Consiglio Comunale di oggi, 13 febbraio, ha approvato lo scioglimento e la liquidazione della Misia, la società che gestisce la sosta a pagamento nella città. Ad approvare, in seconda convocazione, il provvedimento solo undici consiglieri di maggioranza, compreso il Sindaco. L’opposizione ha deciso di abbandonare l’aula al momento della votazione, con la finalità di far emergere, in modo plastico, l’assenza di cinque consiglieri di maggioranza. L’amministrazione Lettieri, quindi, è precipitata in una crisi politica che in pochi avrebbero previsto. Il merito del provvedimento passa in secondo piano e la questione politica diventa centrale.
I cinque consiglieri che hanno deciso di sottrarsi al vincolo di maggioranza, almeno su questo provvedimento, hanno ruoli rappresentativi.
Tra loro c’è il capogruppo consiliare dell’Udc, il partito del Sindaco, c’è il Capogruppo della lista Insieme per Lettieri, c’è uno dei consiglieri più influenti della maggioranza, a cui è legata la nomina di uno degli assessori più vicini al primo cittadino.
Lo scontro che, sottotraccia, da alcune settimane si è sviluppato nella coalizione di governo ha avuto al centro, prima di ogni altra questione, l’approccio sbrigativo con il quale il Sindaco affronta i problemi e si mette in relazione agli altri rappresentanti istituzionali.
L’idea di considerare i consiglieri comunali di maggioranza dei “servi sciocchi”, evidentemente, ha cominciato a produrre effetti negativi sulla tenuta politica complessiva. Il confronto e la partecipazione sono, indubbiamente, una fatica, uno sforzo. Il Sindaco evidentemente non riesce a sostenerne, con pazienza e responsabilità, il peso. Le dimissioni di un assessore che non è riuscito a prendere parte neppure alla prima Giunta o quelle del Capogruppo dell’Udc, Mimmo Tardi, hanno la stessa genesi.
Per il Sindaco lo sforzo del coinvolgimento e della sintesi ha senso e dignità unicamente quando è legato al suo interlocutore principale, l’altro protagonista della diarchia. Gli altri esponenti della maggioranza non possono pretendere una pari attenzione. Questo meccanismo evidentemente si è rotto, producendo una reazione che apre una fase nuova. Nelle prossime settimane, si potranno comprendere appieno le conseguenze politiche di questo passaggio chiave della vicenda amministrativa.
In questo momento particolare emerge che un atteggiamento spicciolo, ai limiti della rozzezza e della mancanza di rispetto, ha prodotto, in pochi mesi, strappi e lacerazioni profonde tra quanti hanno creduto nel sindaco che puoi chiamare per nome. Confondere l’esaltato autoritarismo che lo contraddistingue con l’autorevolezza e la forza degli argomenti, non è un rischio, è semplicemente un limite personale con il quale Raffaele Lettieri deve, nell’interesse della città, fare subito i conti, con l’umiltà indispensabile e, sopra ogni cosa, la responsabile consapevolezza del ruolo.