Per molti anni, nella nostra città, la questione della contribuenza al Consorzio di bonifica del bacino inferiore del basso Volturno è stata al centro del dibattito politico e delle dinamiche istituzionali. Si è visto di tutto: un’infinita sequela di ricorsi e contenziosi, anche promossi dal Comune, seminari brevi di giurisprudenza “fai da te”, impegni elettoralistici ad ogni tornata, ripetuti ordini del giorno e commissioni nel Consiglio Comunale.
Nei giorni scorsi, il sindaco della città ha annunciato – con un manifesto pubblico e un video sui social – che finalmente la battaglia condotta in questi anni aveva avuto successo e, pertanto, i proprietari degli immobili ricadenti nel centro abitato non sarebbero più tenuti al balzello.
È necessario fare chiarezza.
Il nuovo Piano di classificazione del Consorzio, approvato dalla Giunta regionale, ha introdotto – recependo le linee guida della Regione Campania – delle modificazioni del piano di riparto, il quale effettivamente esonera “i fabbricati che ricadono in aree servite da pubblica fognatura di Comuni con solo beneficio di scarico. Tali immobili non vengono chiamati a contribuire in quanto la copertura dei costi relativi al beneficio di cui godono sono coperti da quanto viene corrisposto dal Gestore del Servizio Idrico Integrato e dal Comune.”
Il nuovo piano di classificazione prevede, quindi, la partecipazione alla copertura delle spese di bonifica da parte dei soggetti che utilizzano il reticolo idraulico di competenza consortile come recapito dei loro scarichi. Il beneficio idraulico, assicurato a tutti gli immobili del Comprensorio dall’attività consortile, comprende un insieme di benefici, tra i quali si evidenziano: allagamento evitato, difesa, fruibilità, mantenimento o incremento del valore dell’immobile, etc.” Il territorio del Comune di Acerra, per effetto di questi riferimenti normativi, rientra interamente, anche nel nuovo Piano di Classifica, nel Comprensorio dall’attività consortile.
“I rapporti di beneficio tra le singole zone omogenee sono espressi dall’indice idraulico finale. Il beneficio relativo allo scolo delle acque – reflue e meteoriche – è perciò parte del beneficio idraulico quantificato secondo le metodologie riportate nel Piano di Classifica.”
In applicazione della Legge regionale 4 del 2003 art. 13, è quindi necessario che il “Piano di Classifica per il riparto della spesa consortile” preveda la quantificazione del beneficio tratto dall’attività di bonifica e quindi del relativo contributo per i seguenti nuovi soggetti: i soggetti gestori del Servizio Idrico Integrato e i Comuni. Altresì è necessario prevedere l’eventuale quota di esenzione a carico degli immobili soggetti al pagamento della tariffa relativa al Servizio Idrico Integrato.”
È questo il caso del Comune di Acerra.
L’esonero per gli immobili urbani è quindi conseguenza dell’applicazione delle norme regionali e di principi generali, assolutamente estranei ad un confronto e ad una supposta trattativa esclusiva tra il Comune di Acerra e il Consorzio.
Fandonie.
La circostanza fondamentale che ha determinato una situazione di fatto nuova rispetto al precedente piano di classificazione è stata l’opera di collettamento della fogna comunale al depuratore di “Omo Morto”. Questo risultato fu ottenuto grazie al lavoro e all’impegno profuso quando sono stato assessore all’ambiente, nell’assoluto disinteresse generale.
Per il centro abitato, il Comune di Acerra sarà, pertanto, chiamato a corrispondere il contributo al Consorzio di bonifica, in quanto il gestore del servizio idrico comunale, la partecipata, Acquedotti scpa, non ha mai voluto sottoscrivere la convenzione con il Consorzio di bonifica. Infatti, proprio qualche settimana addietro, la giunta comunale ha deliberato un prelievo dal Fondo di riserva di trecento mila euro per il contributo dovuto negli anni 2017 e 2018, al netto di un gravoso contenzioso decennale ancora tutto da definire.
A questo punto, nell’interesse dei cittadini, occorre fare chiarezza e definire una serie di questioni molto importanti.
La bolletta idrica, pagata dai cittadini ad Acquedotti scpa, è cresciuta notevolmente come hanno potuto verificare alla vigilia delle festività natalizie. La voce acque reflue è diventata sempre più corposa ed ha proprio la funzione economica e finanziaria di coprire questi oneri, in un quadro generale di semplificazione amministrativa.
I cittadini, direttamente o indirettamente, non debbono rischiare di pagare due volte.
Per un sindaco che, quando ha un rapporto con la verità lo fa col solo scopo di comprometterla, è arrivata l’ora di assumersi sul serio il compito della responsabilità, rompendo incomprensibili rendite di posizione che ha difeso in questi anni a discapito della città e della concessione comunale.
Avv. Pasquale Marangio