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A Feltre ( Belluno), la Sala riunione della Cooperativa Arcobaleno viene dedicata al Vescovo Antonio Riboldi

Al Vescovo, Antonio Riboldi, viene intitolata la Sala riunione della Cooperativa Sociale Arcobaleno di Feltre, provincia di Belluno.
Il Pastore brianzolo, partendo dal suo Nord, proseguì la sua missione al Sud, prima in Sicilia, al fianco dei terremotati del Belìce, e poi in Campania, ad Acerra, alla conquista dei diritti negati e della dignità dei poveri.

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Da sabato 27 maggio 2023, la sala riunioni della Cooperativa Sociale Arcobaleno, di Feltre, è intitolata al Vescovo Antonio Riboldi, padre e amico della Comunità per 35 anni.
Nella sala è esposto anche un’opera d’arte del pittore Vico Calabrò, direttore artistico della Comunità.

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In occasione dell’evento, in ricordo di Don Riboldi, la benedizione è stata affidata all’arciprete della Cattedrale di Feltre, mons. Angelo Balcon, che ha indossato la stola appartenuta al Vescovo Riboldi, che donò alla Casa delle stole sacerdotali della Comunità’ di Villa San Francesco.

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Don Riboldi, figura carismatica, uomo che, col solo guardare, sapeva leggere gli uomini, umile con gli umili, fermo e deciso con i potenti, le cui parole e omelie incantavano e trasmettevano una grande serenità e sicurezza, continua ad essere amato dal Nord, fino al profondo Sud.
Don Riboldi era capace di accoglierti come solo un Padre sa fare, ti ascoltava, ti parlava e spesso ti incoraggiava.

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“Il bellissimo dipinto, spiega il Direttore Aldo Bertelle, è di Vico Calabrò. Lo ho generato dopo un suo severo rimprovero, che ancora ricordo. Venne in Comunità la prima volta, il 19 marzo del 1983. Pensai al tema “La passione di Cristo e gli ultimi”. Mi rimprovero’, dicendomi così: “almeno te, pensavo che dopo i 50 ragazzi che ho visto e hai qui, avessi messo come tema:”la risurrezione di Cristo e gli ultimi.” E da lì nasce l’idea dell’opera dipinta: “Quelle sono mani sepolte e risorte di ragazzi ultimi, risorti da vivi, e la mano che apre la pietra e la srotola è quella del Vescovo Riboldi. Forse bisogna sfamarli, prestando attenzione a non offrire e o indicare pane sbagliato”.

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