Acerra. Un popolo che ignora la propria storia non ha né passato, né futuro, una classe politica che facilita ciò per nascondere la propria inerzia se ne rende complice.
La storia è quella del nostro territorio, un patrimonio che racchiudeva in ogni granello di terra una ricchezza immane trasformato in un immondezzaio, il cuore verde della Campania Felix reso nero. Ed è una storia fatta anche da atti amministrativi mancati, collusione con poteri criminali e un’inerzia morale che ha reso fragile il presente di questo territorio.
Per questo, quando c’è bisogno di un segnale forte da dare al territorio, che segni una discontinuità col passato di degrado e disonestà, un’amministrazione comunale non può tirarsi indietro, ma essere in prima linea per difendere i diritti dei suoi cittadini.
È il caso dell’abbattimento del complesso dei capannoni sito in località Lenza-Schiavone, di proprietà dei fratelli Pellini, che si erge dal 2000, attraverso autorizzazioni del Comune, in deroga al vincolo paesaggistico d’inedificabilità assoluta e in deroga ad ogni logica ambientale.
La motivazione per la quale anni addietro il Comune di Acerra abbia autorizzato la costruzione di quei capannoni, dove si portava avanti un’industria insalubre e illegale, rimane un mistero (e non cederemo a facili dietrologie supponendo altro), Sta di fatto che il Comune – o chi predisposto per esso – è andato in palese violazione di un decreto ministeriale e del vincolo di edificabilità comunale, favorendo di fatto l’attività economica di soggetti che, dopo accurate indagini del DDA di Napoli, sono stati condannati per disastro ambientale.
Ora quella stessa storia ci consegna un nuovo capitolo. Il 16 settembre il TAR della Campania con la sentenza n. 4553/2015, ha vincolato il Comune di Acerra ad adottare tutte le procedure dirette alla rimozione di quei capannoni, opere abusive e illegittime, poiché realizzate in violazione delle norme urbanistiche – edilizie e di tutela ambientale di rilevanza e diffuso interesse pubblico. A distanza di quasi un mese, il Comune e l’amministrazione del sindaco “che puoi chiamare per nome”, rimane inerme, senza prendere una reale posizione in merito, nonostante il suo ufficio di “propaganda” si attivi anche per prendere posizione sulla più piccola particella di sodio del Riullo, facendola diventare un suo merito amministrativo.
Il meetup Acerra 5 Stelle, data la particolare rilevanza degli interessi pubblici tutelati dalla sentenza e vista l’inerzia dell’amministrazione comunale, ha formalmente invitato e diffidato la stessa a porre immediatamente in esecuzione la sentenza emessa dal TAR Campania e, quindi, ad adottare tutte le necessarie procedure per la rimozione di quelle opere abusive, simbolo del disastro ambientale del nostro territorio.
Noi crediamo che la legalità, il rispetto della vita e il rispetto dei valori umani si evincano anche da atti che pongano fine a un passato decadente, che ha depauperato la nostra ricchezza produttiva e umana, senza che la classe politica degli ultimi vent’anni abbia fatto qualcosa per fermarlo. Per questo continueremo a difendere la legalità, facendo pressione e proponendo istanze che tutelino il territorio e la cittadinanza, affinché Acerra possa tornare ad essere il cuore di una Campania veramente Felix.
C.S.:Meetup 5 stelle Acerra