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Venerdì 7 luglio 2017 non sappiamo se diventerà una data simbolica per la storia recente della città di Acerra. Di certo, la manifestazione contro i roghi, articolatasi in un presidio e corteo, ha un grande significato politico e democratico.
Circa cinquemila persone, di ogni età e generazione, di ogni classe sociale ed estrazione, intere famiglie con tanti bambini e passeggini al seguito, hanno rappresentato con vigore e fermezza il proprio diritto ad esistere e a vivere in serenità. Hanno affermato che, in questo territorio martoriato, il diritto ad avere il diritto alla vita è comunque inviolabile e sacrosanto. Le istituzioni, tutte e a ogni livello, hanno il dovere di impedire uno scempio che devasta l’aria e inquieta le coscienze.
I roghi incontrollati sono diventati in queste ultime settimane una drammatica attualità, raggiugendo, per vastità e intensità, una dimensione senza precedenti. Da giorni, senza incontrare alcun argine, il centro abitato di Acerra è assediato da colonne di fumo nero. Il fenomeno, che aveva incontrato in altri tempi forti azioni di contenimento almeno ad Acerra, è ripreso per un evidente, prolungato abbandono di ogni forma di controllo del territorio da parte del Comune.
Acerra, purtroppo, oggi è diventata l’epicentro della Terra dei Fuochi. È il fallimento di tutte le istituzioni. La recente normativa nazionale è risultata alla prova dei fatti inutile e fuorviante. La Regione Campania non è stata in grado di rispondere sul terreno della programmazione e gli enti locali sono risultati incapaci e inadatti ad esercitare elementari funzioni di gestione e controllo del territorio e delle emergenze.
Il Sindaco di Acerra, rieletto a furor di popolo, è alle prese con l’inadeguatezza e l’insufficienza della propria azione amministrativa sui temi ambientali che in cinque anni è stata un voluto e consapevole fanalino di coda. È in evidente difficoltà, non solo per avere ricevuto l’avviso di garanzia per omessa bonifica. Si aggrappa con le unghie alla sua istintiva spavalderia che però rischia, in questa delicata fase, di creare solo inutili e gravi provocazioni ai danni di persone che hanno l’unica colpa di essere preoccupate per la propria salute e per i rischi a cui sono quotidianamente esposte.
È il momento di scelte importanti, Sindaco, non di scomode, offensive e imbarazzanti battute sessiste.
Il Comune dispone delle risorse economiche necessarie per affrontare e aggredire il problema. Queste risorse, però, devono essere impegnate in concreto per sostenere un’azione di contrasto vera ed organica ai roghi.
Il Consiglio Comunale di Acerra tra qualche giorno si insedierà formalmente. Nella prima seduta sarebbe un segnale importante e serio, coerente con la drammaticità della situazione, se venisse proposta e approvata da tutto il Consiglio una variazione al bilancio di previsione che impegnasse le somme necessarie per sostenere le azioni prioritarie: rimozione dei rifiuti disseminati sul territorio, video sorveglianza delle zone più esposte, acquisto dei mezzi indispensabili per fronteggiare e contenere le emergenze.
È evidente che, in questo contesto e in questo clima, la proposta del Presidente della Regione Campania e dell’Assessore all’Ambiente di realizzare una quarta linea nell’inceneritore di Acerra rischia di essere una esplosiva provocazione, soprattutto in ragione di motivazioni, come la prospettata necessità della manutenzione, strampalate e ridicole sul piano tecnico.
Acerra non può continuare a pagare l’incapacità regionale di governare la gestione e lo smaltimento dei rifiuti. Sono anni che i Piani regionali per lo smaltimento dei rifiuti vengono bocciati dall’Unione Europea. L’ultimo piano, l’ennesimo adottato senza il coraggio delle necessarie scelte, propone solo una nuova discarica di due milioni di tonnellate e poco altro.
I dati sono conosciuti da tutti. La raccolta differenziata, pur incontrando positive ed eccellenti esperienze nei comuni piccoli e medi, è – su base regionale – lontanissima dalle percentuali fissate dalla legge. La quantità di ecoballe disseminate nella Regione e da smaltire è ancora enorme. Senza l’impianto di incenerimento di Acerra, l’emergenza rifiuti, dalla quale la Regione non è mai uscita, sarebbe soltanto più visibile e percepita dalla opinione pubblica.
Il Presidente della Regione Campania ha dimostrato da sindaco di Salerno di essere un valido ed efficace amministratore. Sulla vicenda dei rifiuti deve ancora dimostrare la capacità e la risolutezza che gli viene riconosciuta da tutti. Non può, tuttavia, seriamente pensare di rincorrere sterili e dannose scorciatoie per affrontare uno dei nodi più intricati dell’arretratezza della regione.
Acerra, in particolare, ha già dato.
La Regione Campania e il Ministero dell’Ambiente, esercitando i poteri e le prerogative fissate dalla legge, debbono pretendere, come la legge chiaramente stabilisce, dalle amministrazioni comunali inadempienti, a partire dal Comune di Napoli, un incremento sensibile della raccolta differenziata. Se si facesse questo, non ci sarebbe alcuna necessità di potenziare, con una quarta linea della capacità di smaltire duecentocinquanta mila tonnellate all’anno, il termovalorizzatore di Acerra e, quindi, il problema sarebbe risolto a monte.
Al Presidente della Regione Campania è richiesto nei prossimi giorni di mettere in campo tutta la propria forza politica e l’autorevolezza indispensabile per adottare i provvedimenti imposti dalle condizioni particolari. Del resto non ci troviamo di fronte ad un “Crescent” qualunque!

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