Debito idrico: 10 milioni di euro scaricati sui giovani e sul loro futuro!
La città di Acerra ha il diritto di sapere.
Il Comune di Acerra avviò un contenzioso giudiziario con l’Azienda Risorse Idriche di Napoli per morosità a carico dell’Ente locale, maturate per la fornitura idrica negli anni. In particolare, negli atti comunali sono rintracciabili tre distinti decreti ingiuntivi, riferibili a periodi diversi:
- il decreto ingiuntivo n. 60/2007 per il pagamento di euro 8.643.910,49 per forniture idriche non pagate per il periodo III trimestre 2002 a tutto il 2° trimestre 2005;
- il decreto ingiuntivo n. 879/09 per il pagamento di euro 1.253.612,68 per forniture idriche che vanno dal 4° trimestre 2006 sino a tutto il 4° trimestre 2007;
- il decreto ingiuntivo n. 2145/13 per il pagamento di euro 683.419,48 per forniture che vanno dall’inizio del 1° trimestre del 2008 sino a tutto il 3° trimestre del 2012.
Il Comune si oppose a questi richiamati decreti ingiuntivi con motivazioni, che difficilmente potevano reggere sul terreno giudiziario e, di fatti, in nessun caso il Tribunale di Nola ha minimamente accolto le fragili ragioni prospettate dal nostro ente locale.
Si deve rilevare che, come si evince nella delibera numero 250 del 2007, gli stessi legali del Comune di Acerra consigliavano “all’Amministrazione di intraprendere le trattative per una definizione transattiva della controversia, giacché, pur se l’impugnazione fosse vittoriosa e l’opposizione accolta, de jure, l’Arin ha pur sempre diritto a vedersi remunerate le prestazioni effettuate, a titolo, se non altro, di ingiustificato arricchimento del comune, ex art. 2041 del Codice Civile”.
In verità, come si desume dal parere allegato alla deliberazione della Giunta comunale numero 134 del 2008 del Prof. Vincenzo Giuffrè, legale di fiducia del Comune il quale, proprio con riferimento alla questione, sottolineava: “ebbene – come più volte ho avvertito e consigliato – è proprio tale debito dell’Amministrazione comunale che preoccupa di più; ed è difficile protrarne il pagamento ancora per molto tempo, come, per ovvi motivi finanziari, è stato fatto sinora (contestando il decreto ingiuntivo ecc.). Infatti, mentre per depurazione e fognatura v’era il problema del mancato allacciamento, per l’acqua potabile, di cui non si può disconoscere l’avvenuta fornitura e il relativo costo, l’unico motivo formale fatto valere era che i contratti non erano regolari quanto a previe deliberazioni che li autorizzavano, scrittura, sottoscrizioni, etc”.
Pur non volendo entrare nel merito delle valutazioni ad insistere nel contenzioso giudiziario – nonostante le espresse indicazioni contrarie, ispirate a criteri ragionevoli e prudenti di buona amministrazione, degli stessi legali di fiducia dell’Ente, si deve sottolineare all’attenzione dell’opinione pubblica che i debiti derivanti dal contenzioso in questione non hanno mai trovato esplicito riconoscimento in bilancio nonostante le intervenute sentenze di primo e secondo grado, esecutive per legge. Inoltre, il contenzioso derivante dagli ultimi decreti ingiuntivi, 879/09 e 2145/13, ovviamente a carico delle casse comunali, appare abnorme per il motivo semplice che dall’Ottobre del 2006 il servizio idrico integrato del Comune di Acerra è stato affidato alla società partecipata Acquedotti scpa. Orbene, poiché i periodi di fornitura, per i quali l’ABC ha proceduto, vanno dall’Ottobre del 2006 a tutto il mese di Settembre del 2012, si evince che non si sia mai provveduto a far subentrare il nuovo gestore nei contratti di fornitura idrica, obbligo espressamente richiamato all’atto della consegna delle reti idrica e fognaria.
A tal proposito, la città ha il diritto di sapere che il Comune ha, in questi anni, provveduto – semplicemente – a “trasmettere le fatture” inviate dall’Arin a carico del Comune di Acerra, ancora nel 2012, alla società Acquedotti scpa, rimanendo quindi formalmente obbligato verso il fornitore idrico.
Con l’approvazione della delibera di Giunta n. 189 di qualche giorno fa, il Comune di Acerra ha approvato uno schema di transazione con il quale si impegna a versare la somma di dieci milioni di euro, oltre interessi, all’Azienda idrica del Comune di Napoli. Questo significa che per i prossimi dieci anni – ogni benedetto anno – una somma superiore al milione di euro sarà sottratta alla comunità acerrana per coprire questo ingente debito. Una scellerata e devastante azione amministrativa ha consapevolmente evitato di improntare alla prudenza e alla responsabilità la gestione di un debito incontestabile, legato ad un servizio per il quale gran parte della cittadinanza ha già pagato.
Oggi, si presenta comunque il conto.
In che modo distorto le somme versate dai cittadini per il servizio idrico siano state utilizzate in questi anni è un altro tema, come quello di appurare le patologiche dinamiche amministrative che hanno determinato la situazione, in quali termini saranno recuperate le somme dalla società partecipate per le forniture seguenti all’ottobre del 2006, dovranno essere gli approfondimenti del Consiglio Comunale viste le “distrazioni” dell’esecutivo. La concreta e certa conseguenza, intanto, è che un’intera generazione di ragazzi acerrani, che non ha mai bevuto quell’acqua e con la quale non ha avuto neppure la possibilità di lavarsi le mani, sarà costretta a pagare questo debito contratto dal Comune.
È un’immorale iniquità!
Pasquale Marangio