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Emergenza ambientale ad Acerra, ordinanza del Sindaco. Un monumento al ridicolo!

Emergenza ambientale ad Acerra, ordinanza del sindaco.
Un monumento al ridicolo!
L’emergenza ambientale sta dilagando in Europa.
Le condizioni atmosferiche hanno determinato un livello di inquinamento dell’aria senza precedenti. L’elevata pressione ha generato, dalla Cina all’Europa, una cappa. L’innalzamento delle polveri sottili nell’aria sta minacciando la salute di milioni di cittadini. In molte città, anche in Italia, si sono adottate stringenti misure per impedire un ulteriore aggravamento della situazione, a partire dalla misura più elementare: il blocco del traffico veicolare. Sono state adottate misure straordinarie per favorire l’utilizzo del trasporto pubblico in un periodo particolare, come le festività di fine anno, per rispondere alle prevedibili esigenze di mobilità sul territorio.
Insomma, i sindaci hanno preso sul serio e di petto una situazione allarmante dell’inquinamento dell’aria per intensità e durata e non hanno scherzato.
Ad Acerra, dopo le svariate pressioni e sollecitazioni venute dai comitati e associazioni, il sindaco che puoi chiamare per nome ha adottato l’ordinanza n. 42 del 28 dicembre 2015, contenente le azioni per il contenimento dell’inquinamento atmosferiche da polveri sottili.
In buona sostanza, fino al prossimo 10 gennaio viene limitata l’accensione dei riscaldamenti negli uffici comunali e negli edifici scolastici dalle ore 07.00 alle ore 11.00 nel limite di 18°. Negli edifici residenziali e privati l’accensione degli impianti di riscaldamento viene limitata a sette ore giornaliere ed a un massimo di 18°. Negli edifici industriali ed artigianali, invece, il riscaldamento non dovrà superare il limite giornaliero dei 17°. Per quanto riguarda il traffico veicolare, l’unico obbligo previsto e stabilito è il divieto di mantenere il motore acceso nelle fasi di sosta prolungata, come nel caso dei passaggi a livello o di carico e scarico.
L’ordinanza, poi, contiene una serie di inviti alla popolazione ad adottare comportamenti individuali di salvaguardia della salute, tra cui l’invito ad utilizzare negli autoveicoli il ricircolo dell’aria durante il transito in aree urbane inquinate e ad utilizzare passeggini e carrozzine di altezza adeguata per il trasporto dei bambini.
L’ordinanza è inutile, per svariate ragioni e motivi.
Il provvedimento, per il quale non risulta neppure consultato l’Osservatorio ambientale comunale ammesso che esista ancora, non aggredisce e non intende aggredire nessuna delle fonti di inquinamento dell’aria. Il blocco del traffico veicolare non viene stabilito, neanche per il traffico pesante nell’aree industriali, e le attività industriali che comportano notevoli emissioni, come l’inceneritore e centrali termoelettriche, non sono toccate dalle prescrizioni introdotte. Le stesse misure sul riscaldamento, poi, sono risibili, come l’assoggettamento degli edifici scolastici in un periodo di “rivoluzionaria e imprevista” chiusura o il limite delle sette ore giornaliere, che si supera forse solo sulle Alpi.
Il territorio acerrano vive, di norma, una condizione di emergenza della qualità dell’aria, con sistematici sforamenti degli inquinanti e, in particolare, delle polveri sottili. L’amministrazione comunale, priva di un assessore e di un ufficio ambiente, è da tempo latitante su questo fronte di straordinaria importanza. Non si riesce ad arginare il fenomeno e, in realtà, non si attivano le indispensabili indagini scientifiche, per le quali esistono appositi progetti dell’Agenzia regionale di protezione ambientale, al fine di comprenderlo e individuare le cause.
La città deve essere rispettata e la salute dei cittadini deve essere tutelata.
Acerra, intanto, subisce ancora una volta l’umiliazione di una colossale presa in giro, sulla quale, oltre alla cappa d’aria, si vorrebbe far calare anche un criminale silenzio.

Pasquale Sansone

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