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I fagioli bianchi dell’agro acerrano protagonisti della “Leguminosa 2016”

Il 2016 è stato dichiarato dalla FAO Anno Internazionale dei Legumi.
Contemporaneamente Slow Food Campania organizza per la terza volta a Napoli dal 4 al 6 Marzo Leguminosa, la Fiera Mercato dei legumi campani e italiani.
Il Fagiolo Cannellino Dente di Morto di Acerra è protagonista indiscusso in entrambi i casi.
Ampiamente ne ha parlato anche il Corriere della Sera in pagina nazionale il 5 febbraio annunciando una serie di iniziative di valorizzazione nelle osterie e nei ristoranti italiani.

Al dottore Tommaso Esposito,medico e gastronomo , abbiamo chiesto come nasce questa storia?

«Così. Testimonianze relative alla coltivazione dei fagioli nel territorio di Acerra sono già documentate nel manoscritto del canonico Sarnataro conservato presso l’Archivio del Museo Provinciale di Capua e parzialmente pubblicato da Gaetano Caporale in Appendice al Volume “Il martirio e culto dei Santi Conone e Figlio protettori della città di Acerra “ edito nel 1885 a Napoli.
Il canonico Andrea Sarnataro, che fa un diario quotidiano degli accadimenti in Acerra dal 1736 al 1771, descrive in più parti i prodotti agricoli delle campagne e dei fagioli.
Ne dice addirittura il prezzo di mercato: “nel 1764 anno di carestia i fagioli bianchi vanno a 35 carlini il rotolo”
Nel 1766 “ i fagioli sono scarsissimi”.
Nel 1768 invece: “i Fagioli tanto bianchi quanto mostrati a docati quattro il tomolo.”
Chiaramente, dunque si fa riferimento e al commercio di fagioli bianchi, quindi dei cannellini, nell’agro acerrano.
Esistevano anche i fagioli mostrati che dovevano essere, come descrive Raffaele D’Ambra nel suo Vocabolario Napolitano-Toscano del 1873, i fagioli con l’occhio.
Descrizione della coltivazione dei fagioli nelle campagne acerrane sono presenti in più testi relativi alla storia della città.
La testimonianza più significativa della coltivazione del cannellino di Acerra definito “dente di morto” si ritrova nella “Guida Gastronomica d’ Italia” pubblicata dal Toring Club Italiano e arrivata nel 1931 alla prima ristampa.
In essa sono elencate tutte le specialità delle regioni e di moltissimi comuni italiani.
A proposito di Acerra viene scritto: “ ACERRA. – Fagioli ossa di moto e cannellini d’Acerra; bianchi, di rapida cottura, se ne fa grande esportazione anche in America.”
Il commercio dei fagioli cannellini di Acerra fu effettivamente una fonte di attività economica molto significativa da allora fino a tutti gli anni ’70 del 1900.
I commercianti che più di ogni altra avevano attività di vendita del prodotto con l’estero furono la famiglia Messina e la famiglia Cucco che avevano un loro marchio per l’export.
Di queste famiglie si stanno raccogliendo i documenti e le testimonianze presso il Museo di Pulcinella del folklore e della civiltà contadina sito nel Castello Baronale.
Nell’aprile 2011 questo fagiolo è diventato presidio Slow Food sostenuto dal Comune di Acerra con Delibera di Giunta Comunale n. 29/1.4.2011 ed è coltivato da un gruppo di agricoltori locali che ha sposato il progetto di recuperare alla coltivazione questo pregevole fagiolo cannellino adottando tecniche colturali a bassissimo impatto ambientale (agricoltura sostenibile).
In questi anni la qualità del legume si è imposta e sono moltissime le Osterie d’Italia e i ristoranti stellati che lo hanno in menu.
Attualmente si sta lavorando al fagiolo cannellino rosso che dagli esperti viene comunemente chiamato di Suessula.
Sarà un’altra occasione di sviluppo per i prodotti agricoli acerrani.
Naturalmente, oltre alla politica dei Presidi Slow Food (si tenga presente che Acerra ha due presidi: il fagiolo Cannellino e l’Antico Pomodoro di Napoli, nonché due Dop: Il Pomodoro San Marzano e la Mozzarella di Bufala Campana) sarebbe interessante portare a completo regime la scelta che ha fatto il Comune di Acerra di adottare la De.Co. con delibera di Consiglio Comunale n. 6 del 25.3.2015»
 

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