Donaci la Venere degli stracci e dei roghi: ora è veramente l’immagine artistica perfetta della Napoli di inizio Terzo millennio
Carissimo Michelangelo Pistoletto,
sin dal primo momento che abbiamo ammirato la installazione della tua Opera nell’orribile deserto lavico e vuoto della attuale Piazza del Municipio di Napoli abbiamo avuto la sensazione di una opera bellissima e significativa per noi napoletani, ma ancora “incompleta”.
Per chi , come noi, ha girato per decenni le meravigliose ma degradate campagne della ex Campania Felix oggi Terra dei Fuochi, dove i cumuli di stracci e scarti di lavorazione di vestiti, scarpe e borse si sommano ai detriti di amianto e rifiuti ospedalieri ogni giorno ormai da oltre 30 anni, la sensazione “tecnica” era precisa: è la rappresentazione artistica delle migliaia e migliaia di cumuli stracci e scarti di lavorazione di scarpe borse e vestiti pronti e prossimi ad essere incendiati in Terra dei Fuochi.
E cosi è stato: la tua Opera non è stata distrutta, è stata “completata”.
Hai infatti compreso perfettamente il senso di quello che è accaduto «E’ Come un’autocombustione del lato peggiore dell’umanità». L’incendio alla “Venere degli stracci” colpisce tutti, ma soprattutto il suo autore: «In qualche modo è un atto di guerra» dice Michelangelo Pistoletto. «l’opera serve proprio ad evidenziare il contrasto tra il degrado della società e la bellezza salvifica. Napoli è quella Venere, ma purtroppo ha ancora troppi stracci»,
Carissimo Michelangelo, esatto! Sono non meno di seimila tonnellata al giorno, ogni giorno, e non solo di stracci ma di scarpe borse amianto e rifiuti edilizi e ospedalieri , prodotti in regime di evasione fiscale “a nero” che vengono accumulati e poi dati alle fiamme da ormai non meno di trenta anni, uccidendo (e anche questo è ormai ufficiale e certificato dalla Ue e non da organismi campani) , non meno di 10 cittadini campani al giorno, ogni giorno da oltre 30 anni, in maniera evitabile e per niente evitata.
La Provvidenza ha voluto che stamattina 13 luglio 2023 noi Medici dell’Ambiente di Napoli abbiamo appreso la notizia del rogo della tua Venere mentre stavamo facendo un sit in davanti al Tribunale di Napoli per ricordare a tutti che circa tre milioni di cittadini campani residenti e massacrati sono ancora in attesa che Giustizia venga fatta sul nostro disastro ambientale, il più negato di Italia.
Non un rigo sui giornali sul nostro sit-in presso il Tribunale ma paginone intere solo sul rogo della tua “Venere degli stracci” ora finalmente completa: “Venere degli stracci e (quindi) dei roghi”
Stamattina nel Tribunale di Napoli, dopo troppi anni di processo, si deve decidere se restituire o meno circa 220 milioni di euro a chi è stato già condannato per disastro ambientale ad Acerra.
E’ una cifra pazzesca, eccezionale, sostanzialmente analoga a quanto l’intera Regione Campania spende ogni anno per consentire di curare le nostre troppe malattie, cancro incluso, al nord di Italia (da 250 a 290 milioni di euro l’anno!), malattie conseguenti al nostro disastro ambientale di Terra dei Fuochi che continua ogni giorno ad ucciderci da almeno trent’anni.
«Se l’opera è distrutta non lo è il suo significato: l’incendio è l’occasione per fare appello alla parte migliore di ognuno di noi, anche di quella dei colpevoli. Ancora di più se si tratta di un clochard che ha fatto un atto di disperazione o di distrazione riflette ancora di più il messaggio della mia opera», riflette Pistoletto. Ora, tuttavia, la versione monumentale della sua opera – ideata nel 1967 e immaginata in formato maxi per l’area di piazza Municipio – è un cumulo di cenere e Pistoletto non sa se verrà rifatta: «La decisione non spetta a me».
E’ vero, non spetta solo a te. Noi ti diciamo che ora è completa e ora può anzi deve essere restituita a tutto il mondo come fotografia perfetta della realtà di Napoli e della Terra dei Fuochi di questo drammatico inizio del terzo millennio
Come Michelangelo Merisi da Caravaggio in Lombardia nel 1607 con la sua tela “Le sette Opere di Misericordia corporale “ fotografò in maniera perfetta la realtà della Napoli di inizio seicento anticipando di 40 anni il degrado igienico sanitario della eccessiva antropizzazione dei vicoli (ovviamente senza essere compreso e questo ci condusse alla disastrosa peste che uccise tre napoletani su quattro 40 anni dopo), tu Michelangelo Pistoletto da Biella hai fotografato in maniera perfetta la Napoli del terzo millennio, Venere bellissima e povera, che vive e sopravvive lavorando “a nero “ tonnellate di stracci ogni giorno e che per questo , quale conseguenza di questo , rimane uccisa o storpiata dai roghi dei suoi cumuli di stracci prodotti “a nero”, dando visibilità artistica a quanto già presente in atti processuali come quelli sulla discarica Resit di Giugliano.
Unica modifica che, da medici napoletani, suggeriamo alla tua sensibilità artistica è soltanto questa: la Venere Callipigia a vent’anni, a Napoli , oggi è purtroppo almeno mastectomizzata.
I dati ci dicono ormai da anni che siamo la Provincia dove si registra il maggior numero di casi di cancro della mammella e non solo in donne giovani , troppo giovani, in fascia di età sino a 35 anni, quindi neanche in età di screening.
Ecco, noi, da Medici napoletani che lavorano col cancro ogni giorno , di Veneri bellissime , giovanissime ma mastectomizzate o morte ne vediamo troppe, ogni giorno!
E per ricordarlo ogni giorno a chi non vuole o non sa controllare e vigilare né sui cumuli di stracci della tua Opera , né sugli scarti di lavorazione a nero, nè sull’amianto né sui rifiuti ospedalieri, la Venere a nostro parere dovrebbe restare callipigia per i turisti che sbarcando la potranno ammirare dal molo del Porto di Napoli, ma ogni giorno, e per sempre, la tua Venere bellissima ma mastectomizzata a imperitura memoria deve essere posizionata per restare per sempre ben visibile a chiunque ogni giorno si affaccerà al Balcone del Palazzo del Governo di Napoli, chiunque esso sia.
Pronti a collaborare affinché tu possa quanto prima restituirci la tua Opera per quello che è e deve restare nei secoli: la Venere degli stracci e dei roghi, fotografia perfetta di Napoli e della sua Terra dei Fuochi del terzo millennio come “le sette Opere di misericordia corporale” di Michelangelo Merisi da Caravaggio lo sono state per la Napoli di inizio Seicento.
Con stima e gratitudine imperitura comunque , sperando di fare breccia nella tua insindacabile sensibilità artistica
Napoli li 13 luglio 2023
I Medici dell’Ambiente di Napoli e Provincia
Antonio Marfella (Presidente ISDE Napoli e Provincia ) , Gennaro Esposito (Presidente ISDE Nola Acerra) Pasquale Ruffolo (Presidente ISDE Pompei ), Antonella Cicale (Presidente ISDE Quarto-Pozzuoli) Gaetano Rivezzi (Presidente ISDE Caserta e Regione Campania )