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Oh che bel Castello…e dintorni

Acerra. Piazza Castello è uno dei luoghi più rappresentativi della città e forse, in assoluto, il luogo ove, più che in ogni altro, si identifica la città, la sua memoria storica. Ai margini del “castrum” fondativo, condivide il declino e l’abbandono dei quartieri storici, che hanno visto una  progressiva  decadenza del patrimonio edilizio e delle funzioni residenziali, commerciali e terziarie, che per secoli ne hanno fatto il cuore della città.
Un abbondono e una trascuratezza palpabile, concerta e colpevole. Basta pensare che a distanza di quasi quarant’anni non si è riusciti a rimuovere  i contrafforti realizzati all’indomani dell’evento sismico del 1980, che ancora oggi chiudono gli antichi “decumani”, interrompendo quel continuum vitale tra il quartiere della Maddalena, il decumano di via Trieste e Trento e  la Piazza del Castello; condannando così, anche attraverso barriere materiali, quel quartiere all’emarginazione, e aumentando i relativi problemi connessi alla sicurezza.
Processi complessi quelli relativi al centro storico e alla sua decadenza, certo, ma che sicuramente hanno subito la scelta, tutta politica, di utilizzare risorse destinate dalla comunità Europea alla “riqualificazione” verso quartieri nuovi nati nella recente crescita urbanistica.
La riqualificazione della Piazza è un intervento importante, lungamente atteso e che spero, da Acerrano, da residente nella Piazza, da architetto, sarà foriero di quell’interesse che il centro storico dovrebbe avere nell’agenda di chi ha il compito di amministrare la città.
Un’opera senz’altro significativa che saluto con grande piacere, anche se non bastevole per la effettiva riqualificazione del centro. Ad essa dovrebbero seguire misure di incentivazione alla riqualificazione e recupero del patrimonio edilizio urbanistico,   di incentivazione e organizzazione del commercio e delle attività ricettive e di svago; misure attuate in un ventaglio di interventi che vanno dalla semplificazione dei procedimenti amministrativi, dalle agevolazioni fiscali, tributarie e finanziarie,  per finire a indispensabili interventi strutturali di forte impatto, sostanzialmente legati alla mobilità, quali la realizzazione di parcheggi, un sistema di pedonalizzazione generale, un organizzato sistema di trasporti pubblici.
In altri termini, affinché si avvii una reale riqualificazione del centro storico della nostra città, occorre un intreccio di interventi, da attuare sulla scorta di una programmazione articolata e strategica, di cui, ad onor del vero, non si ha riscontro.
Devo dire che anche la confusione e la “segretezza” che circondano il progetto della piazza sono, altresì, un segnale della “navigazione a vista” che caratterizza questa amministrazione.
Sia chiaro, la scelta di procedere, all’epoca, alla pubblicazione di un concorso di idee per il progetto di  riqualificazione, è stata una  scelta ampiamente condivisa e sostenuta: garantisce la qualità del progetto, sottraendolo, dalle pastoie degli incarichi fiduciari, affidati, haimè spesso, attraverso pretestuose selezioni. Cosi come, ora, va riconosciuto il pur non semplice merito di aver portato in porto, perseverando nelle procedure amministrative e finanziarie, l’intervento già programmato.
Ma un progetto così significativo, così visceralmente legato alla città, avrebbe dovuto aprire, nella fase di evoluzione dell’”idea” in progetto definitivo, un confronto con i cittadini, recepire le esigenze, le proposte, in altri termini attivare un processo di progettazione partecipata. Non solo ciò non è avvenuto, ma nemmeno è chiaro alla cittadinanza, a lavori ormai iniziati (?), quale è il progetto che sarà realizzato; atteso che gli Amministratori non hanno ritenuto di offrirne una pubblicazione ufficiale. Né sul sito del comune è reperibile (sicuramente non lo è in maniera semplice e accessibile) il progetto definitivo.
Le uniche informazioni sono riscontrabili su un “social network”, ove, tra le varie pubblicazioni, si trovano sia immagini relative al progetto vincitore del bando, che immagini relative ad un altro progetto, anch’esso partecipante al bando, pubblicate quest’ultime, da un autorevole esponente dell’amministrazione.
L’area sarà riqualificata secondo il progetto vincitore del Bando. Le immagini circolate non sono sufficienti per comprendere specificamente la proposta, rendendo complicato esprimere un giudizio, che una maggiore conoscenza potrebbe modificare.
La piazza si estende tutto intorno al castello, ricomprendendo anche Piazzale Renella fino ai limiti dell’Edificio scolastico, riducendo le aree verdi e inserendo un sistema di “chioschi”; le aree di piazzale Renella e di Piazza Castello sono completamente pedonalizzate, il fossato viene reso percorribile e collegato alla Piazza; attraverso una gradonata limitata con accesso da piazza Castello. Non è possibile rilevare se viene riutilizzata, nei nuovi disegni, la pavimentazione in basolato esistente. Questa, in uno con il fossato, è elemento pregnante e caratteristico del luogo.
Per quanto apprezzabile dalle immagini recuperate, credo che il progetto vincitore del bando esprima la sintesi migliore circa le aspettative, mantenendo sostanzialmente il segno forte del fossato, e connotando con carattere deciso i percorsi e la pavimentazione che, insieme, esaltano la particolare forma ellittica del monumento; anche se la drastica riduzione del verde, sia nel fossato che su piazzale Renella, la pavimentazione del fossato, che  sostanzialmente duplica il percorso che avviene a livello della Piazza, e la presenza  di stand in legno dal  brutto disegno, restano a mio avviso elementi su cui sarebbe utile una rivisitazione. Particolare interessante la presenza  dell’acqua, raccolta in un segno dal taglio geometrico netto, in contrasto con la linea curva  della muratura difensiva, non tanto perché evocativa di una preesistenza antica (non vi è certezza che vi fosse acqua nel fossato) ma in quanto addolcisce con un elemento naturale, particolarmente apprezzato, il contesto tanto costruito.
Sono aperto alle innovazioni, credo si possa e si debba avere il coraggio di intervenire su siti storici anche con espressioni architettoniche contemporanee, storicizzando correttamente  l’intervento,   affinchè si possa conformarli a funzioni compatibili con la loro valorizzazione e conservazione ai posteri senza  snaturarne i caratteri identificativi.
Credo che una maggiore chiarezza e un corretto rapporto e confronto con i cittadini, avrebbe potuto ulteriormente favorire questo processo, chiarendo i punti critici e attivando un proficuo scambio di opinione, recependo e fornendo ai progettisti elementi utili affinchè possano realizzare, come si spera, una trasformazione e una riqualificazione compatibile con la tutela e la valorizzazione di questo luogo, così intriso di storia, calcato per secoli, da generazioni e generazioni di Acerrani.
Acerra ha bisogno di una volontà politica forte, di Amministratori competenti, non ossessionati dal consenso, da raggiungere di volta in volta gestendo le risorse “a portata di mano”,  ma tesi verso uno sforzo di programmazione strategica e qualificata. Auguri Acerra!

Architetto Nicola Stellato

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