In occasione della presentazione del nuovo calendario 2021, “La terra dei giochi”, il nostro direttore Pasquale Sansone ha intervistato il Vescovo della Diocesi di Acerra, mons. Antonio Di Donna.
Mons. Di Donna, il tempo non va perso, deve essere oltremodo valorizzato, il nuovo anno deve dare una nuova opportunità. Occorre evitare l’immobilismo, evitare la rassegnazione, insomma non bisogna farsi rubare la speranza.
«Innanzitutto, come diceva Pasquale, questa iniziativa è un tentativo nobile di reagire all’immobilismo, l’immobilismo che viene da questa pandemia, che ci tiene bloccati, chiusi e c’è il rischio di rimanere a lungo così, in attesa di tempi migliori. La prima finalità del calendarietto è proprio questa, quella di reagire e questo riceve tutto il mio compiacimento. Poi bisogna reagire anche a quella tendenza di non parlare più, in questo tempo, di tutto il discorso dell’inquinamento ambientale, dato che ormai il Covid tiene banco e non si parla più di altro; mi fa piacere intanto, che si cambi anche la terminologia, da “Terra dei fuochi” a “terra dei giochi”: è molto bella. Carlo Petrella , della Locanda del Gigante, ogni volta che vado a trovarlo, mi dice sempre: “questa non è la terra dei fuochi, ma è la terra dei venti”. Ben venga, adesso, anche questa nuova terminologia: ”La terra dei giochi”. Non solo a qualcuno, anche a noi non piace l’espressione “Terra dei fuochi”, anche noi vorremmo che non si parlasse di questo e soprattutto non si parlasse solo di questo territorio come “terra dei fuochi”. Da anni dico che “Terra dei fuochi” intanto, bisogna coniugarlo al plurale, in Italia ci sono tante Terre dei fuochi, e su questo siamo d’accordo, poi dobbiamo riconoscere che tanta parte, anche del nostro territorio, è ancora sana, è ancora pulita e questo calendario lo mette in evidenza. Il secondo motivo del mio compiacimento per questa realizzazione del calendarietto è quello di non abbassare la guardia, di mantenere accesi i riflettori su questa realtà.
«Auguri a tutti quelli che si mettono in gioco»
Cancellare la parola “terra dei fuochi” non serve a niente, se non si risolvono, di fatto, i problemi annosi che ancora rimangono. Bella, benvenuta “Terra dei giochi”, per indicare appunto che ci si mette In Gioco, questo termine non va visto solo come legame con giocattoli o giochi dei bambini, ci si mette in gioco e lì, nel calendario, ci sono diverse realtà che lo fanno, che osano comunque affrontare il pericolo come dei coraggiosi “don Chisciotte”. Ultimo punto è che il calendarietto fa emergere tante piccole, ma vere eccellenze del nostro territorio; esse devono fare rete, e un obiettivo del calendario, nel suo piccolo, è quello di favorire questa rete, che deve essere sempre più allargata, coordinata da uomini e donne di buona volontà, che io stimo e apprezzo, dato che vogliono reagire all’immobilismo ed alla rassegnazione. Auguri per questo 2021, a tutti quelli che si mettono in gioco, non solo a quelli espressamente rappresentati nel calendario, ma voglio pensare a tanti altri; occorrerebbe, ho detto l’anno scorso, aumentare i mesi dell’anno, perché certamente ci sono altre realtà, da mettere per ogni mese. Quindi mi auguro che l’anno prossimo avremo 24 realtà da inserire nel calendario. A tutte, va la mia gratitudine, la mia riconoscenza, il mio forte incoraggiamento. Dice un proverbio “una noce nel sacco non fa rumore”; 12 noci però, che potrebbero diventare 24 o 48, potrebbero produrre un rumore tale, da vincere questo silenzio assordante che, come una cappa, è calato su di noi. Auguri e buon anno con questo calendarietto».