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L’Arcoleo è semplicemente un campo di pallone, lo Stadio era il Comunale struttura polivalente!

Acerra. Troppi silenzi, nessuna vera battaglia nel tentativo di salvare l’impianto polivalente Acerrano: Lo Stadio Comunale, gioiellino degli anni 60. Nessuno, tra gli Sportivi di lungo corso, Scuole calcio, esponenti politici, tranne due, uno di Fratelli d’Italia, Raffaele Barbato, e l’altro in un contesto di forte opposizione all’interno dello stesso PD, Pasquale Marangio.
Al tentativo del dinamico Presidentissimo di sempre , Mario Esposito, si fece una raccolta firme a sostegno di quella struttura. Pochi i partecipanti. Gli “sportivi”, accecati dalle bugie dell’Amministrazione di turno, all’epoca definita da noi Diarchica, non ne vollero sapere.
Le promesse dei governanti ai soggetti sportivi assoggettati, fecero prevalere il silenzio assordante, e vogliamo essere apparentemente buoni, aggiungendo che in molti, probabilmente speravano in un nuovo Stadio altrove.
Intanto, sicuramente non poteva essere mai Stadio, il campo di pallone, struttura di secondo livello, della zona volturno: l’ARCOLEO. (È di oggi la notizia che il campo sportivo Arcoleo, costato milioni di euro, sarà dato per 9 anni in gestione a privati al canone di 4000 mila euro all’anno. SEMPLICEMENTE SCANDALOSO!)
Intanto, Il mio rammarico è stato che, anche giovanissimi del mio settore, definirono “Stadio” l’Arcoleo. Il mio maestro, Indro Montanelli, li avrebbe invitati a cambiare mestiere. Altro che passione! Vergognoso!
Alla fine, la decisione di abbatterlo, passa come un “dispettuccio” di Lettieri e dei suoi principali alleati, che andarono avanti nella loro idea di trasformazione, a cominciare da quel semplice movimento terra costato oltre 6 miliardi delle vecchie lire, infischiandosene delle Universiadi che si disputavano a Napoli e del fatto che, con i contributi che sarebbero arrivati, avremmo potuto fare un restyling allo Stadio, riportandolo al vecchio splendore.
I motivi del mio forte legame a quella struttura sportiva, sono fondamentalmente quattro: il ricordo del gemellaggio con il grande Torino, grazie all’esposizione di una antica lapide; fu terreno di allenamento di squadre campane che hanno calpestato campi di A,B e C; fu terreno di gioco della storica partita nel fango del calciatore numero uno al mondo, Maradona e per ultimo, sicuramente meno importante nei confronti di questi eventi Nazionali e mondiali, fu lo Stadio dei miei primi passi da giornalista.
La meta poteva diventare “luogo turistico” per essere stato lo Stadio della storica partita nel fango di Maradona, partita in beneficenza a favore di un bambino fortemente malato, con la realizzazione della statua di Maradona, in ricordo di quella gara, dove el pibe de oro anticipò i goal che lo portarono poi successivamente a vincere il mondiale con l’Argentina. Se Maradona fosse vivo, e visiterebbe quella struttura oggi, priva di linee bianche e porte, senza ragazzi o calciatori che corrano dietro ad una pallone, si sarebbe comportato come Nostro Signore si comportò al suo ingresso nel tempio.
Insomma, almeno oggi, abbiate il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome e cognome: l’Arcoleo non è uno Stadio, è un Campo di pallone di secondo o addirittura di terzo ordine. Riconoscere i propri errori, è segno di forte intelligenza!
Acerra merita uno STADIO!

Ripubblichiamo questo articolo per consegnarlo all’immortalità delle notizie nella Rete! Inoltre precisiamo:nulla contro il parco pubblico, anzi il successo dovuto alla frequentazione, ci fa capire che occorreva uno ancora più grande e forse non in quel luogo sportivo, che poteva essere ristrutturato con i fondi delle Universiadi.

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