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De Gasperi non aveva capito nulla!

Si è acceso, finalmente, il dibattito politico nella città e il confronto istituzionale in Consiglio Comunale.
Non si tratta soltanto dei colpi che si sono scambiati maggioranza e opposizione con qualche recente manifesto. Si avverte una più diffusa consapevolezza dei diversi problemi che affliggono la città e una maggiore attenzione nel valutare l’appropriatezza dell’azione amministrativa sviluppata dal sindaco e dalla sua giunta. Si avverte, in altri termini, la necessità di andare oltre le parole e la propaganda, di andare oltre i singoli atti o provvedimenti, perché è sempre più chiaro che – in queste settimane decisive – si sta giocando il futuro della città. Si avverte, quindi, il bisogno di riprendere il filo della politica, troppo spesso oppressa e condizionata da discussioni e rilievi inutili su aspetti formali, secondari o autoreferenziali.
Quando si amministra, contano di certo le decisioni, ma contano prima di tutto la qualità e l’efficacia delle decisioni. Intanto, è doveroso sottolineare che proprio le decisioni amministrative si stanno contraendo per numero. La giunta comunale, da alcuni mesi a questa parte, ha approvato pochissimi provvedimenti. Il sindaco si è rinchiuso nella mera gestione del potere e nell’ossessivo tentativo di capitalizzare i risultati che derivano dall’attività di precedenti amministrazioni, come nel caso di PIU Europa. L’esecutivo, da oltre un anno, manca di importanti assessori che non sono stati sostituiti per l’incapacità del sindaco di ricomporre un quadro che è più frammentato di quanto si immagini, di rispondere a tutte le aspettative ingenerate nei consiglieri comunali, di trovare un adeguato equilibrio di potere.
Una città di sessantamila abitanti è priva da troppo tempo di un assessore all’ambiente, di un assessore all’urbanistica, di un assessore ai lavori pubblici, di un assessore al personale. Da qualche settimana, poi, per motivi di lavoro, manca l’assessore alla scuola. Gli ultimi provvedimenti deliberati dalla Giunta, in effetti, sono stati approvati soltanto dal sindaco e da due assessori. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. La produzione amministrativa, già scarna e sporadica, si è inaridita del tutto con conseguenze drammatiche per l’ambiente e il territorio.
Il Comune di Acerra non ha più una programmazione degna di questo nome. Le uniche scelte compiute e gli sforzi prodotti sono unicamente finalizzati a raccattare consensi elettorali, scaricando sul futuro della città una drammatica eredità. In questa fase, lo stallo si è accentuato per il venire meno di alcuni surrogati di un esecutivo da sempre inadeguato. Le polemiche feroci scoppiate intorno alla presenza quotidiana e “anomala” di qualche influente consigliere comunale a Viale della Democrazia, di fatto, azzoppa il già precario andamento amministrativo. D’altro canto, è presumibile che molti dirigenti stiano assumendo maggiore consapevolezza del proprio ruolo, spesso forzato agli “usi e costumi” del sindaco, da sempre incline – in ossequio alla proverbiale furbizia primordiale – a sfruttare gli altri per scaricare le proprie responsabilità e accaparrarsi il merito del lavoro altrui.
Per la prima volta nella storia cittadina, un’amministrazione si predispone a non lasciare un’utile programmazione, soprattutto in materia di tutela ambientale e promozione dello sviluppo economico e produttivo, ma solo una drammatica eredità, frutto di scelte amministrative preordinate. Il sindaco che puoi chiamare per nome sta sfruttando quanto direttamente maturato o indirettamente legato, circa dieci anni fa, a titolo di ristori e compensazioni ambientali o di attenzione delle istituzioni regionali e nazionali, per l’insediamento del termovalorizzatore sul territorio di Acerra.
Acerra, in questi anni, ha visto calpestare lucidamente uno degli insegnamenti più grandi di un padre della Repubblica ed esponente tra i più significativi del cattolicesimo democratico nel novecento, Alcide De Gasperi: “un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione”.
Per Raffaele Lettieri, che pure dovrebbe essere un cattolico impegnato in politica, Alcide De Gasperi non aveva capito nulla. Contano solo le prossime elezioni, la prossima generazione può andare tranquillamente in malora.

Pasquale Sansone

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