In un passato recente, non certamente nella preistoria politica, le tematiche dello sviluppo economico avevano una centralità nel confronto politico e istituzionale in ambito locale. Anzi, si può ben dire che esse costituivano il terreno privilegiato su cui le logiche muscolari dello scontro tra le parti segnavano il passo. Il senso della responsabilità prevaleva sugli interessi di bottega, l’interesse generale sterilizzava ogni dinamica del consenso.
All’attuale sindaco di Acerra è necessario riconoscere una indubbia capacità, essendo andato oltre ogni previsione: ha rimosso dalla vita comunale queste fondamentali tematiche. All’occorrenza o di fronte a qualche passaggio obbligato, mobilita tutte le forze di cui dispone per imbastire qualche giochetto comunicativo, che funzionerà per il tempo richiesto dalla pubblicazione delle notizie, cioè soltanto per qualche ora.
Prendiamo il caso della Montefibre e della crisi industriale del territorio. In sette anni di amministrazione è semplicemente il trionfo del nulla. Per non parlare della situazione drammatica in cui versa il commercio, rispetto alla quale l’adozione di qualche trascurabile condizione di vantaggio fiscale comunale non potrà di certo invertire i fattori strutturali, ben più profondi, che lo hanno in pochi anni annichilito.
Il senso di sfiducia di ogni operatore economico si tocca con mano.
In queste condizioni di difficoltà, non si intravedono settori economici in grado di sostenere le condizioni di reddito della comunità in una fase transitoria, come è stato storicamente il settore edilizio, totalmente piegato da una bolla gigantesca e senza reali prospettive di rilancio.
Le ragioni e le cause, anche culturali, di un inarrestabile declino economico della città sono tutte da ricercare e individuare. Per questo motivo, diventa sempre più incomprensibile e irresponsabile l’inerzia delle istituzioni comunali alle quali spettava il compito di promuovere almeno una riflessione e un approfondimento. Per questo motivo, diventa sempre più inaccettabile l’opera consapevole di rimozione della problematica da parte dell’amministrazione comunale.
È pensabile che l’attivazione delle procedure per l’assunzione di personale al Comune di Acerra possa assorbire tutte le istanze di crescita e sviluppo della città?
Siamo di fronte ad un normale, fisiologico processo di ricambio generazionale dei dipendenti comunali.
Niente i più.
Potrebbe essere un passaggio importante per dotare l’organizzazione dell’ente locale di professionalità e competenze, di energie fresche e con gradi motivazioni, sempre che i meccanismi e le logiche clientelari vengano inertizzati. In ogni caso, non possono essere di certo i posti al Comune a determinare le condizioni di rilancio e di crescita di un’economia in profonda e duratura stagnazione.
Ragionate, per amore della città, ragionate!