Acerra, legalità e sicurezza: tra le parole e i silenzi.
In tempi non sospetti, questo giornale ha posto, nel silenzio generale, l’attenzione sui fenomeni crescenti di criminalità urbana e sui segnali, sempre più preoccupanti e inquietanti, di maggiore invadenza della criminalità organizzata nella vita della comunità acerrana. In poche ore, i fatti hanno dimostrato che la situazione era diventata profondamente grave, riportando la città agli “onori” della cronache nazionali. Prima il ferimento notturno di un giovane a Piazza dei Martiri e poi dei colpi d’arma da fuoco esplosi nel centro cittadino, sono stati il preludio a quanto avvenuto davanti ad una scuola, nell’ora di uscita dei ragazzi, quando sono state avvistate delle persone armate su uno scooter, muoversi indisturbate nel traffico.
La reazione delle forze di polizia è stata immediata. Acerra, su decisione dei vertici provinciali delle forze dell’ordine, è stata posta sotto assedio da decine di poliziotti e carabinieri che stanno conducendo da giorni un’accurata e vasta operazione di prevenzione del crimine e di polizia giudiziaria.
La più che comprensibile ondata di preoccupazione e di sdegno dei cittadini ha indotto il sindaco a organizzare – seppur in modo improvvisato ed occasionale – una marcia con gli studenti per testimoniare il ripudio della violenza e il contrasto verso ogni forma di criminalità.
È un segnale importante, ma bisogna sottolineare, con fredda constatazione della realtà, che rimane un segnale, uno dei tanti segnali forniti da questo governo locale.
Non si sottolinea mai abbastanza che il contrasto alla camorra non dipende dall’azione di un sindaco, ma da quella che, in modo coordinato, riescono ad imbastire la magistratura e lo Stato. Sostenere il contrario sarebbe una stupida strumentalizzazione politica. Tuttavia, costituirebbe un delitto politico e culturale immaginare che si possa considerare estranea all’affermazione della legalità e del valore della legalità l’azione che sviluppa un’amministrazione comunale. In questa ottica, risulta fondamentale che il governo locale faccia della legalità e della trasparenza i riferimenti constanti e coerenti della azione svolta negli ambiti di propria competenza.
In questi quattro anni, non sono mancate le occasioni e le circostanze in cui questa amministrazione comunale ha dimostrato di possedere capacità e una ferma volontà di costruire le condizioni per allargare il proprio consenso elettorale. Anzi, l’esercizio del potere comunale è, in modo totale e assorbente, proteso e asservito a queste spicciole finalità elettoralistiche.
Quando si è, invece, trattato di compiere delle scelte di campo sul terreno della legalità sono emerse tutta una serie di difficoltà e incertezze, solo di rado qualche balbettante parola di circostanza e, in alcuni casi, addirittura il silenzio.
In questi giorni, il Prefetto di Napoli ha indicato il Comune di Acerra nella lista nera degli enti locali della Provincia monitorati per i condizionamenti e le infiltrazioni di natura camorristica. Sarebbe stato il caso di promuovere un serrato passaggio in Consiglio Comunale per individuare delle misure concrete per fronteggiare e arginare i possibili appetiti della criminalità nell’azione amministrativa. Invece, in Consiglio Comunale, uno dei più influenti uomini di questa maggioranza ha avuto parole al veleno verso la gestione del Commissario prefettizio, appellato, in questo intervento pubblico, come un incapace o addirittura firmatario di delibere che ad altri avrebbero assicurato il carcere.
Qualche settimana fa, il Tribunale di Nola ha rinviato, per una questione procedurale, la prima udienza del dibattimento che vede, tra gli altri, imputato un consigliere comunale, eletto nella lista di Andrea Piatto, per voto di scambio, proprio in occasione delle elezioni comunali.
Il sindaco di Acerra, in tante situazioni, ha rivendicato il merito di aver costituto il Comune parte civile, ma in questa particolare circostanza, dove viene messo in gioco il fondamentale valore e significato della democrazia comunale, il sindaco si è distratto. Perché il Comune di Acerra non si costituisce parte civile?
Perché il sindaco non ha mai pronunciato un parola sui fatti gravissimi che sono alla base di questo processo?
È indotto al silenzio dalla consapevolezza politica e democratica che quei voti, ritenuti dalla Procura e dal giudice per le indagini preliminari inquinati, sono stati decisivi per la propria elezione o c’è dell’altro?
Potremmo dilungarci tanto, per esempio indicando altre situazioni anomale o contraddittorie come la proroga milionaria del contratto per il servizio di raccolta dei rifiuti, la mancata realizzazione del cantiere comunale per i mezzi impegnati in questo stesso servizio, l’annuncio di uno sportello antiracket mai concretamente avviato, l’evanescenza e l’inconcludenza del piano anticorruzione o la sottrazione del vice comandante dei vigili urbani ai suoi compiti istituzionali per seguire i lavori di manutenzione stradale.
Insomma, sulla legalità contano i fatti concreti, non le chiacchiere.
Il Direttore