La notizia pubblicata ieri dal Giornale di Napoli del provvedimento con il quale è stato disposto il giudizio immediato per Ricchiuti e altre due persone per il reato di voto di scambio non giunge inatteso.
Sulla campagna elettorale delle amministrative molto si è scritto e detto. Una campagna attraversata da minacce, violenze e anche fiumi di denaro. Non fu una campagna elettorale come le altre. Queste indagini, al di là dell’esito processuale del caso specifico, confermano che non si trattò solo di impressioni o di casi isolati.
Ricchiuti è stato eletto consigliere comunale, poi dichiarato decaduto, nella lista “Acerra è tua”, capeggiata da Andrea Piatto, ma ha forti legami personali e politici con il sindaco Raffaele Lettieri.
Sulla questione e sul significato politico di questa notizia abbiamo sentito alcuni importanti esponenti politici e istituzionali.
Il Presidente del Consiglio Comunale, Domenico De Luca, candidato a sindaco, ha dichiarato: «La magistratura farà il proprio corso». Ha precisato che «un rinvio a giudizio non equivale a sentenza di condanna», auspicando comunque che la persona coinvolta possa dimostrare la propria estraneità ai fatti. Inoltre, sul piano politico, il Presidente del Consiglio Comunale non si sente di fare valutazioni sul caso, anche se ha sottolineato che il clima della campagna elettorale per le amministrative fu difficile, con minacce e denunce. Sui quei fatti, però, non si è più saputo nulla.
L’ex Sindaco della città, Michelangelo Riemma, che proprio a ridosso di quelle elezioni subì delle intimidazioni personali, oggetto di puntuali denunce, ha dichiarato che le istituzioni e il lavoro dei loro rappresentanti vanno rispettati, in particolare il lavoro di chi è chiamato ad applicare la legge. Il cittadino imputato avrà nel processo la possibilità di difendersi e di far valere le proprie ragioni. Michelangelo Riemma ha sottolineato con forza che, oggi, l’etica come la morale, a tutti i livelli come dimostrano le cronache nazionali, sono valori decaduti. In altri paesi, le dimissioni vengono immediatamente date per situazioni del genere. «Queste decisioni scaturiscono da un giudizio che appartiene alla sensibilità e alla moralità individuale». Resta il fatto che «la campagna elettorale fu preoccupante, piena di tensioni che hanno alimentato odio e non solo». Quel clima di tensione non fu il frutto del caso.
Il Segretario cittadino del Partito Democratico, Paola Montesarchio ha sottolineato: «E’ vergognoso quello che accadde in quella campagna elettorale, una campagna elettorale violenta». In quella prima esperienza fu vittima di un episodio intimidatorio. «È chiaro che esista la responsabilità politica di quelli che favorirono l’affermarsi di quel clima. Vero è che la responsabilità penale è personale, ma oggi bisogna fare i conti con una grave responsabilità politica di chi ha gestito una campagna elettorale utilizzando sistemi da mercanzia e continua a gestire la cosa pubblica come un mercato. La politica seria è altro, non è mercificazione del voto, la si fa conquistando consensi sul campo attraverso il confronto coi cittadini, individuando i problemi e le possibili soluzioni per Acerra e la collettività. Questo è anche e soprattutto il compito del PD.
Andrea Piatto e Raffaele Lettieri devono fare una seria riflessione, passandosi la mano per la coscienza. In particolare Piatto non può sfuggire a una valutazione politica, facendo un doveroso passo indietro. Ricchiuti era espressione della sua lista».
Il Colonnello Antonio Crimaldi, candidato a sindaco giunto al ballottaggio, con serena durezza, precisa:i«Non essere per nulla sorpreso». «Mi aspettavo questo perché ero e sono convinto della gravità della situazione in quella campagna elettorale».
«Sono fiducioso sull’operato della Magistratura che deve andare fino in fondo», chiarendo, nell’interesse dei cittadini e per il bene della democrazia, tutto quello che deve essere chiarito. L’amministrazione comunale e il sindaco sono il frutto di quella campagna elettorale, quindi «Sono e devono essere considerati degli abusivi.
Il sindaco avrebbe il dovere di dimettersi perché questa non è per nulla una vicenda che attiene alla sfera personale dell’imputato, ma a fatti che hanno inciso direttamente sulla stessa elezione a sindaco. Il sindaco deve essere al di sopra di ogni sospetto; il sindaco deve essere da esempio. È troppo legato al potere e alla poltrona, quindi non lo farà mai!»