Acerra. L’esistenza di una indagine della Procura della Repubblica di Nola sulle condizioni di sicurezza dei dipendenti del Comune di Acerra, nel pieno della pausa estiva, induce a ritenere che la situazione di precarietà fosse abbastanza evidente. Se questa condizione di precarietà sia addebitabile penalmente al dirigente responsabile sarà compito dell’autorità giudiziaria stabilirlo. Nel giro di poche ore si è aggiunta la notizia della chiusura dell’ufficio tributi per gravi problemi igienico sanitari. È stato notato che i segnali di una inadeguata gestione della materia era desumibile da un recente prelievo dal fondo di riserva per finanziare attività ordinarie in materia di prevenzione e sicurezza dei lavoratori comunali. Si potrebbero fare molteplici considerazioni a questo punto, ma, almeno per il momento, dobbiamo accontentarci di un aspetto cruciale della vita amministrativa.
In questi anni, i dirigenti si sono piegati a logiche nelle quali veniva liquidata la separazione, prevista dalla legge, tra compiti di gestione e di indirizzo.
Il Comune, per svariate ragioni, non è stato sottoposto a stringenti forme di controllo da parte delle autorità in tutti questi anni. Da alcuni mesi a questa parte, per un mutamento del quadro organizzativo interno e, forse, di un mutamento di contesto, la situazione sembra intraprendere dinamiche più naturali e fisiologiche.
È chiaro che ad essere esposti sono principalmente i dirigenti comunali che adottano formalmente gli atti e se ne assumono la responsabilità.
È bene, prima di trovarsi inutilmente in qualche guaio, che riflettano seriamente sulla loro attività. A questo proposito, il segretario comunale, dopo alcuni mesi di rodaggio e conoscenza della realtà, deve avvertire, nel proprio stesso interesse, la necessità di recuperare due compiti fondamentali affidati dalla legge: il controllo interno e il coordinamento dei dirigenti.