Alla notizia del suo arrivo in città per il prossimo 25 aprile, si sono diffusi tra i cittadini di Acerra sentimenti di stupore e di meraviglia. Alla sorpresa sono subentrati poi sentimenti di gratitudine e riconoscenza per aver deciso di venire a visitare la nostra città, riconoscendole un posto di rilievo nella storia della Resistenza italiana.
Signor Presidente l’intera comunità cittadina è lieta di rivolgerLe il benvenuto.
Ad accoglierLa è una città dalla storia bimillenaria che ha saputo nel corso del tempo trasmettere a tutte le generazioni che si sono succedute una dote che è diventata un tratto caratteristico del popolo acerrano: essere coraggiosi.
Questo aspetto caratteriale si evidenziò già nell’età antica, allorquando Tito Livio nella sua Storia romana (Libro XXIII, cap. XVI) riferì che, assediati dal fiero cartaginese Annibale, “Acerranis plus animi, quam virium, erat” (gli acerrani avevano più coraggio che forza). Con lo stesso coraggio ricostruirono la città dopo la sua distruzione da parte del condottiero cartaginese.
Altre volte gli acerrani hanno dovuto mostrare la propria virtù per difendere la propria terra e la propria identità, come nel XV sec. quando nella lotta tra Angioini e Aragonesi per la successione del Regno di Napoli, Acerra fu teatro di scontro e la città fu posta sotto assedio da Alfonso V d’Aragona, futuro re di Napoli. Un lungo assedio, iniziato nell’autunno del 1421, di oltre tre mesi che si concluse per via diplomatica senza che la città capitolasse sotto la forza aragonese. Ancora una volta era prevalso il coraggio degli acerrani.
Anche nel 1943 è stato il coraggio degli acerrani ad emergere, quando è stata scritta una delle pagine più drammatiche della storia locale: la strage nazista di Acerra del 2 ottobre 1943. La più grande strage avvenuta in Campania dopo le Quattro giornate di Napoli. Oltre 88 morti acerrani, a cui si aggiunsero altre 12 persone non acerrane.
Il drammatico evento, raccontato da S. E. Mons. Nicola Capasso, Vescovo di Acerra e protagonista dei fatti, mette in evidenzia come, con una sproporzionata quantità di armi rispetto ai soldati nazisti, non mancò il coraggio agli acerrani di opporsi alla violenza efferata dei tedeschi in ritirata, colpevoli di terribili ed atroci delitti e rappresaglie nei confronti della popolazione. Davanti a tanta atrocità un gruppo di acerrani organizzò un valoroso atto di resistenza. Via Diaz, piazza Duomo, via Trento e Trieste, via Del Pennino, piazza S. Pietro e soprattutto l’attuale Corso della Resistenza furono teatro di scontri violenti, gli acerrani bloccarono la strada con carri agricoli ed ancora una volta dimostrarono con un fulgido esempio il loro senso di appartenenza alla loro amata terra.
La Città di Acerra per l’atto eroico dei suoi cittadini è stata insignita dal Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi della Medaglia d’oro al Merito civile.
«All’indomani dell’armistizio, oggetto di una spietata e sanguinosa reazione dell’occupante tedesco che aveva passato per le armi numerosi civili, tra cui anziani donne e fanciulli, e incendiato gran parte dell’abitato e delle infrastrutture, affrontava con fierezza le più dure sofferenze e intraprendeva, poi, con gran coraggio e generoso spirito di solidarietà, la difficile opera di ricostruzione» DPR del 17/06/1999.
Questo fulgido esempio della Resistenza acerrana viene tramandato di padre in figlio e diventa un monito a profondere le energie migliori per la tutela della propria terra, promuovendo un rinnovato senso di appartenenza alla propria patria, conoscerla, amarla e proteggerla. In questa prospettiva si rinsalda quel dovere etico di consegnare alle nuove generazioni una città migliore di come la abbiamo ricevuta.
Un luminoso esempio nella storia della nostra comunità ci è stato dato dal nostro compianto Vescovo S.E. Mons. Antonio Riboldi.
Signor Presidente conosciamo la salda ed intensa amicizia che legava il nostro Don Antonio all’On. Piersanti Mattarella, nonché alla Sua persona. È per questa ragione che ci è ancora più caro ricordare il posto di assoluto rilievo che ogni acerrano gli riconosce nella storia della nostra comunità.
Quando arrivò ad Acerra nel 1978 scelse come motto del suo stemma episcopale “Aprirò nel deserto una strada” e a quel motto ha ispirato tutto il suo impegno di Padre e Pastore. Non ha risparmiato alcuna energia per confermare che il solco nel quale deve camminare ogni acerrano deve essere quello del coraggio, raccogliendo quell’antica traccia che viene dal lontano passato e che deve proseguire per i giorni che ciascuno di noi ha davanti.
La sua è stata un’autentica e concreta testimonianza per il suo impegno a favore della legalità e giustizia, sperimentato negli anni del suo ministero pastorale vissuto prima come parroco e poi come vescovo.
Il suo amico e nostro vescovo è stato un autentico testimone del coraggio che ha scosso le nostre coscienze che ancora oggi vibrano al ricordo delle sue parole.
Signor Presidente, come sicuramente Le è noto, sono i giovani ad attribuire alla sua visita un particolare significato.
Sono quegli stessi giovani, tra cui gli studenti del Liceo “Alfonso Maria de’ Liguori” che ho l’onore di presiedere e che mi chiesero di porgerLe le congratulazioni per la sua rielezione a Presidente della Repubblica. Questi giovani Le esprimono gratitudine e riconoscenza.
Gratitudine per aver rivolto a loro sempre una particolare attenzione nel corso del suo mandato presidenziale e riconoscenza per aver voluto subito ricordare che il suo secondo mandato sarà vissuto interpretando le attese e le speranze dei nostri concittadini.
I nostri giovani sono impegnati ad investire nella propria formazione culturale e, al contempo, a non far venir meno il loro contributo verso la nuova frontiera, come ama definirla il nostro Vescovo S. E. Mons. Antonio Di Donna, su cui è impegnata la Resistenza acerrana, vale a dire la “difesa ambientale” per la propria terra, valorizzando le ricchezze storiche, artistiche, archeologiche e culturali.
Queste sono le attese e le speranze che animano oggi i giovani e tutti i cittadini acerrani. Tutti vivremo il nostro impegno civico sapendo di averLa al nostro fianco e ascoltando quelle parole che vorrà rivolgerci per infondere, rinnovandolo, quel coraggio che da sempre accompagna la vita dei cittadini acerrani.
Grazie Presidente, è un onore averla nella nostra città.
Prof. Giovanni LA MONTAGNA