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Dopo le elezioni comunali e il trionfo elettorale di Raffaele Lettieri, era ragionevole attendersi un’ incisiva accelerazione dell’azione amministrativa. Un sindaco al secondo mandato ha le idee più chiare e una diversa consapevolezza: dispone di una propria programmazione, ha conoscenza diretta dei problemi e delle questioni, ha soprattutto un consapevole quadro di priorità e possiede un consolidato assetto del potere.
Questi quattro mesi sono trascorsi senza segnali particolari.
Le uniche questioni sono state la fascia del Presidente del Consiglio comunale e le modifiche regolamentari sollecitate da una parte dell’opposizione per l’elezione del Vice Presidente del Consiglio Comunale; argomenti giusti per discutere sotto l’ombrellone con qualche amico o parente, con una birra fredda.
Delle grandi questioni irrisolte o mai affrontate, come la pianificazione urbanistica comunale o il destino del Piano degli insediamenti produttivi, nessuna traccia.
Il Comune sembra essersi piegato ad una logica di sistematica ordinaria amministrazione, nella quale non c’è spazio o volontà per guardare la città,  osservare i segni, sempre più evidenti, della sua desertificazione. Il centro storico, come le popolari periferie delle Madonnelle e della Gescal, sono abbandonate al proprio destino.  Non si sono predisposti, né si intravedono, interventi strutturali di riqualificazione e rivitalizzazione di questi spazi urbani. Inoltre, il commercio locale è al collasso e la città è bloccata nella morsa del traffico “grazie” soprattutto ai nuovi divieti, frutto dell’estemporaneità e dell’improvvisazione di chi gestisce la cosa pubblica.
Il Comune, accentuando una deriva già in atto, è diventato una sorta di fortino chiuso, presidiato dai consiglieri comunali di turno, pronti, tra i corridoi e i vari ingressi, per fornire il “lasciapassare” al cittadino che rivendica semplicemente un servizio o un diritto.
La Regione Campania continua nel frattempo ad autorizzare la realizzazione di impianti di trattamento di rifiuti pericolosi nell’area industriale del Pantano, senza incontrare preventivi ostacoli da parte del Comune, al quale, come in un film già visto, dopo le polemiche e le proteste argomentate, non resta altro che avviare l’ennesimo ricorso al Tribunale amministrativo regionale, dall’esito prevedibile.
La rinnovata opposizione sta attraversando una comprensibile fase di apprendimento dei meccanismi e delle logiche istituzionali, ma anche la faticosa definizione puntuale della natura e dell’orizzonte politico della sua azione.
Di certo, impelagarsi per settimane su una questione indubbiamente trascurabile come la Vice Presidenza del Consiglio Comunale e delle Commissioni consiliari, dando l’impressione di essersi preoccupati molto degli assetti, è stata una grave leggerezza e un imperdonabile errore politico.
Per il bene di Acerra, speriamo che si cambi presto registro.
Pasquale Sansone

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