Centro, Sinistra.
Sinistra, Centro, Destra.
La campagna elettorale è alle porte.
Le coalizioni che si confronteranno nella competizione, aspettando le decisioni del Movimento 5 Stelle, si stanno definendo, come le candidature a sindaco ormai in dirittura d’arrivo. Da qualche tempo si intravedono le candidature al consiglio comunale, proprio nel momento in cui il sindaco della città – chiamato a testimoniare nel processo per voto di scambio a carico di un suo consigliere comunale – balbetta, arrossisce prima, cincischia, impallidendo dopo non ricorda.
Il processo ha dimostrato tutto lo squallore di quella campagna elettorale in cui il voto di scambio è stato vasto, diffuso e determinante. Il processo in corso al Tribunale di Nola ha già dimostrato che diversi, importanti protagonisti hanno addirittura ideato, nella fase del ballottaggio, trappole e ricatti con complicità indicibili come può accadere solo nelle peggiori organizzazioni umane.
Intanto, in queste prime fasi di marcamento comunicativo e mediatico si continua a giocare con le virgole e con le parole, sulle quali è interessante soffermarsi per valutare, con obiettività, gli evidenti significati politici e le implicazioni più rilevanti.
Acerra è attraversata da uno scompaginamento e da una frammentazione del quadro politico prodotti dalla consapevole azione attrattiva dell’amministrazione comunale e dal potere che essa esercita su una società in larga parte dipendente dall’azione comunale e dall’economia, piccola e marginale che essa comunque riesce a generare. Il potere comunale è una calamita che attrae gli interessi, più o meno legittimi, di vari soggetti collocati culturalmente e politicamente a sinistra, a centro, a destra. Il potere esercitato non ha colore, non risponde a valori, ma cerca di rispondere, in modo preordinato, a determinate e specifiche esigenze lavorative, a determinati e specifici incarichi professionali, a determinati e specifici affidamenti imprenditoriali. Lo spazio per l’interesse generale, per garantire pari opportunità in un quadro di imparzialità amministrativa, è stato di conseguenza limitato e compromesso da una clamorosa, manifesta deriva clientelare.
“Centro, Sinistra” è, proprio per questi motivi, una locuzione vuota e falsa, priva di qualunque riferimento alla realtà politica, sociale e culturale. È solo e soltanto un espediente politico e propagandistico affidato per convenienza e per subalternità al gioco sporco e fasullo di personaggi della maggioranza che hanno un totale disprezzo per la verità e una devozione per il sordido, per la mistificazione, per la doppiezza.
Questa condizione politica ha generato inevitabilmente la coalizione opposta. Pur nelle differenze e nelle diversità, quanti hanno inteso e intendono contrastare questo sistema di potere, per convinzione profonda o opportunità politica, in qualche caso per esserne stati messi ai margini dopo averne fatto parte, sono stati indotti dalle circostanze a trovare una necessaria convergenza.
“Sinistra, Centro, Destra” è, quindi, una locuzione politica altrettanto vuota e deformante di una realtà politica complessivamente trasversale e senza valori di riferimento, ma le cui dinamiche dipendono totalmente dal potere e non dalla sua direzione.
Rimane solo un aspetto da valutare, ma particolarmente indicativo.
La maggioranza di Raffaele Lettieri e la stessa storia personale del sindaco hanno forti connotati e radicamenti nella destra e nell’area conservatrice della città. E’ un dato di fatto evidente che nella maggioranza e nell’esecutivo sia determinante il peso di personalità spiccatamente di destra e addirittura nostalgiche del ventennio fascista. In ogni caso, è un dato incontestabile che nella maggioranza sia confluita, con percorsi contraddittori o paralleli, una parte rilevante dell’ultima generazione di dirigenti di Alleanza Nazionale. L’accettazione sottomessa e umiliante da parte di questi soggetti, peraltro giovani, al giochetto di “Centro, Sinistra” è semplicemente l’indecorosa e mortificante rinuncia alla dignità della propria storia personale e politica.
Non avere rispetto per la propria storia personale, per la dignità dei propri valori di riferimento, per gli ideali in cui si crede, vuol dire, con tanto di punto esclamativo, essere disposti a tutto pur di occupare potere e poltrone.
Vuol dire, utilizzando un frasario consolidato, aver mollato!
Il Direttore