Acerra. Domani, è previsto il Consiglio Comunale sulla quarta linea del termovalorizzatore.
L’orario prescelto è un caldissimo “incentivo” a rimanere a casa. La partecipazione, soprattutto per chi ha deciso l’orario della convocazione, non è auspicabile, ben sapendo di essere sovraesposto in prima persona e per ragioni familiari.
Il sindaco della città si associa e si accoda, per preoccupazioni analoghe, ma soprattutto per non ostacolare i disegni del Presidente del Consiglio Comunale a cui ha affidato, in tutto e per tutto, il proprio destino personale, politico ed istituzionale.
La partecipazione e la mobilitazione della città, in realtà, non dovrebbero destare tutte queste inquietudini. Da tempo, ormai, le dinamiche del conflitto sociale e politico ad Acerra si sono assopite. Sebbene la città stia affrontando da anni una profonda e drammatica crisi economica, non opera attivamente nessuna organizzazione che lotta per un lavoro, per conseguire un sostegno al reddito o per fronteggiare le necessità delle famiglie che versano in uno stato di difficoltà.
Le problematiche ambientali, negli anni della lotta contro l’inceneritore, hanno registrato un attivismo marcato della società civile che si è andata articolando in varie espressioni e sigle, che si sono fortemente battute, anche attraverso un atteggiamento profondamente esigente verso la classe politica e dirigente, per tutelare la città.
Oggi non è più così.
Tutto è stato normalizzato e narcotizzato: per stanchezza, per un comprensibile senso di impotenza, almeno si spera.
Pasquale Sansone