Con il trasferimento al Comune di Nola, si conclude la tormentata vicenda professionale nella nostra città del Dr. Francesco Annunziata, dirigente al Comune di Acerra per diversi anni.
Arrivato a viale della Democrazia con Espedito Marletta, il dirigente ha, per molti anni, ricoperto l’incarico di responsabile di molte direzioni rilevanti, tra cui il personale, diventando un punto di riferimento affidabile e competente del sindaco Marletta e degli amministratori più influenti e rappresentativi.
Dopo la breve parentesi di Tommaso Esposito, sindaco per ventidue mesi, il rapporto con l’attuale sindaco Raffaele Lettieri si è progressivamente deteriorato, dopo aver notoriamente attraversato fasi di vero e proprio idillio quando ricopriva il ruolo di Presidente del Consiglio comunale.
La compromissione del rapporto di collaborazione professionale ha origini molto chiare per i tanti addetti ai lavori e soprattutto per gli espertissimi consiglieri comunali.
Da un lato, per motivi oscuri, il dirigente è entrato in conflitto con il più potente esponente della maggioranza. Dall’altro lato, non sono state mai nascoste le preoccupazioni del Segretario generale di vedere ridimensionato il proprio ruolo di prestigio, influenza e potere nel comune da un soggetto che percepiva come concorrente, come competitore.
Queste due opinioni, per diversi motivi e ragioni, non potevano essere indifferenti per il sindaco della città, che in pratica le ha somatizzate e fatte proprie per interesse,opportunità o convinzione.
Le conseguenze sono recente cronaca locale. Dapprima l’utilizzo politico di un procedimento penale a cui è stato sottoposto per alcuni anni il dirigente amministrativo, da cui in seguito è risultatoassolto con formula piena dal Tribunale di Nola. Il procedimento penale, nacque sotto la spinta di un autorevole amministratorede
Infine, la marginalizzazione operativa e funzionale per completare l’opera di demolizione professionale e, di fatto, umana.
È, insomma, una storia di potere e di giochi di potere, ovviamente nell’ambito e nel contesto di un ente locale nel quale la professionalità, il rispetto dei ruoli e delle funzioni sono sistematicamente sacrificate, anche per dirigenti e dipendenti comunali, a favore di rapporti fiduciari con il potentato politico dominante.
È una condizione lavorativa infernale o, forse, per i credenti che si aggrappano ad una speranza positiva, una sorta di “purgatorio” nel quale espiare pene o colpedalla natura improbabile.
È una condizione che mina nelle fondamenta la possibilità di avere un Comune efficiente, che riconosce i diritti e assicura i servizi ai cittadini in un quadro di buona e trasparente amministrazione della cosa pubblica.
È una condizione che dimostra le tanti distrazioni dello Stato in questo territorio, la sua purtroppo strutturale fragilità.