Acerra. Lo sforzo da parte dell’opposizione di incalzare l’azione di governo contribuisce a comprendere e ad approfondire il merito e le finalità dell’azione amministrativa.
Senza l’interdizione dell’opposizione, per esempio nell’ultimo Consiglio Comunale celebratosi sabato scorso, sarebbe stato più difficile intravedere i limiti e le contraddizioni dell’improvvisata convenzione proposta dalla giunta con la Città Metropolitana, della durata di un solo anno, per la stazione unica appaltante, fino a marzo scorso affidata dal Commissario prefettizio al Provveditorato Regionale alle opere pubbliche e lasciata scadere dall’attuale esecutivo.
Questo è un bene per la città, almeno, in attese delle risposte e degli eventi, ci sono delle domande e dei perché che potranno trovare – nel tempo – riscontri molto importanti.
Un’opposizione attenta e vigile contribuisce anche a far emergere l’inadeguatezza della gestione del Consiglio Comunale, affidata ad un presidente che non riesce neanche a garantire se stesso, angosciato solo dalla preoccupazione di assecondare le esigenze del sindaco e di un consigliere con la bacchetta in mano, pronto a redarguirlo nell’imbarazzo generale, ma non dei diversamente consapevoli protagonisti.
Un’opposizione attenta e vigile riesce anche ad impedire che la verbalizzazione delle sedute precedenti del Consiglio Comunale sia “depurata” di passaggi scomodi o sconvenienti, perché – e questo è un risultato storico – il Presidente del Consiglio Comunale e il Segretario Comunale hanno avuto un’indubbia capacità in questi anni: nessuno si fida più di quei resoconti. Mentre per decenni, maggioranze e opposizioni li hanno considerati impeccabili, fedeli alla realtà dei fatti e dati sempre per “letti”, adesso i consiglieri sono impegnati dopo ogni pubblicazione, con attenzione, a leggerli per verificarne il contenuto.
Un Consiglio Comunale che cerca di fare la propria parte, un Consiglio Comunale vero quindi, fa emergere anche la politica e i suoi disegni.
Il sindaco, nel tentativo evidente di rafforzarsi, sta da tempo coltivando un rapporto a destra, strizzando l’occhio a due consiglieri comunali che si sono definiti “opposizione costruttiva”. Alla vigilia di un rimpasto – che sta diventando sempre più lunga ed estenuante – questa manovra di avvicinamento politico, sta producendo resistenze e difficoltà in una parte della maggioranza, che teme un ridisegno degli equilibri e una alterazione dell’originario impianto politico e programmatico della coalizione.
Non è solo un gioco di virgole.
È in gioco il potere.
Il sindaco si muove con la solita forza della furbizia. Strizzare un occhio a destra, e contestualmente uno a manca, o stare con tutti senza inimicizie esplicite, sono gli unici fondamenti della sua personale interpretazione della politica delle virgole e del potere, che, in realtà, dovrebbe esigere sempre intelligenza e lucide strategie di interesse pubblico e collettivo.
Il sindaco che puoi chiamare per nome sta esprimendo e perseguendo una trasversalità grottesca e pericolosa per Acerra, perché incapace di rispondere ai bisogni fondamentali di una comunità e di un territorio oppressi da molteplici problematiche.
Sul presente e sul futuro di Acerra, con le manovre compiute dal sindaco che puoi chiamare per nome, incombono, quindi, lo scontro subdolo e l’incontro strisciante di tre influenti potenti politici regionali: Pasquale Sommese, Luigi Cesaro, Nicola Marrazzo.
Acerra, molto semplicemente, ha il diritto di sapere questi incontri e questi scontri su cosa sono avvenuti, su cosa avvengono e su cosa avverranno?
Pasquale SANSONE