La “storia” industriale di una città abbandonata, divenuta centro di raccolta di siti per il trattamento di rifiuti; il decennio della vergogna, del silenzio e della sottomissione di una folla suddita, ha portato ad un’arretratezza della città che sembrerebbe irrecuperabile.
Il decennio è responsabile dello smarrimento dell’identità di una città che non riesce a trovare quel rinnovamento capace di dare luce e serenità.
La città, diventata periferia dell’area metropolitana, ha acquisito tutti i mali dell’attuale punto geografico: povertà, aumento degli atti criminali, insicurezza, arretratezza, abbandono e desertificazione.
Come recuperare il perduto?
La grande opportunità di mettersi a passo con il resto del mondo, attraverso la tecnologia che avanzava, è sfumata grazie all’egoismo del potere del decennio.
La corrente della bassa cultura, che ha caratterizzato il decennio, è la principale responsabile di una città sprofondata. L’autoreferenzialità di alcuni pseudo culturonomi locali, amanti dell’io, non ha portato a nulla, se non a fortificare il monarca.
La ricchezza di un paese ed il suo rilancio, non sono misurabili con l’elargizione di pacchi, pacchetti e pacchettini, nè con contributi e patrocini, nè con il solo rimpiazzo di posti solo pubblici, nè con lavori pubblici “pezzotti”, nè con riqualificazioni che cambiano la storicità e l’architettura dell’antico posto. Nel decennio del silenzio dei tanti sottomessi, dei senza dignità, e di alcune associazioni che hanno fatto da “ammortizzatori sociali”, siamo giunti, spiegabilmente, alla città che è Acerra oggi!
Guai a non credere ai miracoli, prima o poi il Risorgimento arriverà, ma, allo stato, guardiamoci in faccia attraverso uno specchio!
Intelligenti pauca!