Acerra. Il conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre, che costituisce – senza dubbio alcuno – un atto avente forte valore simbolico dal punto di vista etico-storico, civile e culturale, viene ormai utilizzato da varie forze politiche e da alcuni consiglieri comunali al fine di delineare, evidentemente, i propri posizionamenti in funzione di possibili strategie politiche di segno diverso. La delibera di giunta che accoglieva i sentimenti di tante associazioni culturali e politiche della città e di tanti cittadini per tre lunghissimi anni è stata congelata nei cassetti degli uffici comunali. Solo grazie alla determinazione delle associazioni della rete della memoria si è accelerato il percorso istituzionale. Il consiglio comunale del 24 maggio 2023 non ha votato il conferimento per mancanza del numero dei consiglieri richiesti dal regolamento comunale. La vicenda deve essere sottratta ai giochi politici e bisogna lavorare, con responsabilità, per trovare tutte le condizioni per ritornare presto e bene in Consiglio comunale. Infatti, il conferimento della cittadinanza a Liliana Segre assume oggi un significato ancora più pregnante per Acerra in quanto ricade nell’ottantesimo anniversario dell’efferato eccidio di Acerra compiuto da parte dell’esercito nazista. Nell’attuale contesto della vita politica e amministrativa della città diventa incomprensibile che le forze di opposizione siano impegnate in una verifica politica proprio nel momento in cui verso il governo cittadino si colgono segnali di arretramento del consenso e si registrano forti fibrillazioni tra le liste che compongono la maggioranza. Il confronto avviatosi con tale verifica sembrerebbe essere destinato, per quel che appare finora, ad un esito di probabile rottura del fronte progressista e democratico, senza chiarezza di prospettiva politica. Intanto la maggioranza sta perdendo smalto, ed in questo contesto le forze di opposizione dovrebbero sentirsi fortemente impegnate a promuovere, partendo dalle basi gettate con il programma elettorale sottoscritto a suo tempo dalle forze che si sono riconosciute nella coalizione “X Acerra Unita”, un serrato confronto per ridefinire le priorità, nell’interesse esclusivo della città, verso cui orientare le prossime azioni politiche e istituzionali. La condanna in secondo grado di un consigliere comunale della maggioranza, per truffa nei confronti del comune, è un fatto politico importante che non può essere confinato solo nei suoi, pur rilevanti, aspetti giudiziari. Il Sindaco, la Maggioranza, il presidente del consiglio non hanno espresso il proprio pensiero sulla vicenda. Il consigliere non ha rassegnato le dimissioni, né ha fatto sapere se intende rinunciare alla prescrizione. Il Partito Democratico deve stare alla testa della battaglia per l’onestà e la legalità, e deve quindi chiedere le immediate dimissioni e la piena trasparenza. La scuola, la mobilità pubblica, la rigenerazione urbana di quartieri e periferie, il lavoro che manca, la crisi dell’industria e del commercio, la limpidezza delle istituzioni e il rispetto delle regole, sono temi che debbono essere affrontati con decisione e assiduità. Acerra da tempo è attraversata da un arretramento del funzionamento delle istituzioni. i cittadini sembrano assuefatti a un sistema di gestione e potere che non lascia spazio ad azioni di coinvolgimento e adeguata partecipazione democratica. Si è affermata la pratica della ricerca del consenso ad ogni costo e con ogni metodo. Il giudizio sull’amministrazione è e resta negativo. Le vicende della discussione del PUC, l’approvazione, la sua bocciatura da parte dell’istituzione metropolitana e il successivo riesame dimostrano l’inadeguatezza del governo cittadino nel programmare. Le ingentissime risorse economiche di cui Acerra è stata destinataria avrebbero dovuto rivoltare Acerra come un guanto. invece al mancato incremento di posti di lavoro, della ricchezza collettiva, questi investimenti non hanno reso la città più attraente e vivibile. Il congresso del Partito Democratico di Acerra, svoltosi negli scorsi mesi di febbraio-marzo, non ha purtroppo avuto esiti politici ed organizzativi adeguati alla drammaticità della realtà che si è determinata in tutti questi anni. Non sono state analizzate a fondo le ragioni che hanno portato il partito ad una grave sconfitta alle ultime elezioni. Per la prima volta il PD non ha rappresentanza in consiglio comunale, è un fatto che ha cause lontane e molteplici, che non possono essere ricercate solo nel modo di come si è determinata la coalizione e di come sono state effettuate alcune azioni elettorali. Occorre mettere in campo una seria capacità critica e autocritica per leggere correttamente le lezioni della storia politica cittadina. Da tempo il partito è percepito come una comunità senza idee, con posizioni non chiaramente definite e senza identita’. Appare chiuso, talvolta autoreferenziale, senza rapporto con la società acerrana. Occorre capire che per cambiare corso al partito non basta nominare un nuovo segretario, se alla base non si sviluppa un atteggiamento volto a determinare un nuovo ruolo del PD nel definire valori e idee per acerra, nel solco di un percorso che possa davvero ridisegnare un campo progressista allargato, coerente e unito, senza cedere a scorciatoie verso possibili soluzioni tattico-strategiche dal sapore strumentale e opportunistico. Per fare ciò rimaniamo convinti che la strada dell’opposizione sia l’impegno affidato dalla città al partito democratico. non esistono alternative diverse. occorre rinvigorirne la pratica, selezionare gli obiettivi e dimostrare che cambiare si può. Con la fase invece avviata dall’ultimo congresso, il PD di Acerra sembra avere timidezze e titubanze nel marcare posizioni pubbliche di netta opposizione al governo della città, lasciando così intravedere, anche per l’attribuzione di incarichi di direzione politica del circolo a persone impegnate nel campo avverso alle recenti elezioni locali, segnali di un avvicinamento all’Amministrazione comunale. Le conclusioni del congresso nazionale offrono una grande opportunità. I territori sono chiamati a un lavoro faticoso. I paradigmi del passato vanno superati.I cerchi magici, votati tra l’altro alla sconfitta e alla irrilevanza, appartengono ad un passato che non deve tornare. Il Partito Democratico non può ridursi a partito padronale o a semplice comitato elettorale.
C.S.:SSprone Gennaro – Bellisario Mena- Brancaccio Giuseppe – Marangio Pasquale – Soriano Giovanni – Stanzione Sergio