La premier e la segretaria, il “duello” alla Camera L’Aula gremita tra applausi e prove tecniche di alleanza di Anna Laura Bussa (ANSA) – ROMA, 15 MAR – Una “prima volta” alla Camera. Per tutte e due. Per Giorgia Meloni che interviene al Question Time da premier. E per Elly Schlein che prende la parola in Aula da segretaria del partito. Molti parlano di “duello” tra le due giovani donne, ma per loro, più che una sfida personale, sembra si tratti di una contesa tra leader. Alla guida di schieramenti contrapposti. E con un ruolo centrale, da indiscusse protagoniste: anche questa una “prima volta nella politica italiana”. Meloni, rispondendo alle varie interrogazioni dai banchi del governo, difende con forza i temi identitari del centrodestra, dai migranti, al Mes, agli sforzi fatti dal governo anche sul piano economico. E quando deve affrontare il tema del salario minimo, sollevato da Schlein, alza la voce, scandendo le parole e scatenando l’applauso dei suoi. La segretaria Dem ribatte punto per punto e definisce “del tutto insoddisfacenti” le risposte della premier. Sembra parlare a nome dell’intera opposizione e non solo del Pd. E, questo, nonostante il leader del M5S Giuseppe Conte, pochi minuti prima che Schlein prendesse la parola, abbia annunciato con un comunicato la calendarizzazione della “sua proposta di legge” sul salario minimo. Una coincidenza temporale che alcuni definiscono “una scorrettezza”, ma che Schlein, interrogata dai cronisti sul punto, minimizza. “Spero che su questo tema del salario minimo in realtà si faccia una battaglia comune in Parlamento e nelle piazze”, taglia corto la leader, sottolineando come le varie proposte sul punto verranno abbinate ed esaminate insieme. Esplicita sul punto, la dichiarazione di Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana che invita a “non fare una gara” su chi presenta prima la proposta di legge sul salario minimo. Un tema, questo, scelto non a caso da Elly Schlein, visto che, oltre alla sua importanza oggettiva, sembra compattare l’intero centrosinistra visto che anche il terzo Polo, seppur con qualche distinguo, ha già presentato un provvedimento ad hoc. Ma per Schlein è anche la “prima volta” di una conferenza stampa a Montecitorio organizzata a sorpresa da segretario del primo partito d’opposizione, per comunicare la decisione del Pd di aderire alla manifestazione di sabato a Milano in difesa dei figli delle coppie gay. Seguita dai cronisti che tentano di strapparle un commento, lei sorride gentile e accetta di parlare davanti ai microfoni in un angolo tranquillo del corridoio dei presidenti, proprio dietro l’Aula. Ma solo sulla manifestazione di Milano e sui temi affrontati poco prima durante il Question Time. L’unica frase al di fuori della politica la concede a una giornalista che gli chiede di che colore sia in realtà la sua giacca che oscilla tra le sfumature del bianco e del rosa chiaro. Lei ammette che si tratta di un rosa chiaro, ma poi mostra subito dopo il fiocco viola che porta sul bavero per commemorare la giornata dei disturbi alimentari. Gli occhi di tutti, parlamentari e giornalisti, sono puntati sulle giovani donne della politica italiana ed entrambe ne sono consapevoli. Anche in Aula. Gremita come nelle grandi occasioni. Quando la Meloni parla, seduta tra i ministri degli Esteri, Antonio Tajani, e dei Trasporti, Matteo Salvini, la segretaria Dem la guarda e ascolta con attenzione. E quando tocca a lei intervenire per illustrare l’interrogazione si rivolge alla premier chiamandola “signora presidente”. Nessun astio tra le due. Anzi. Meloni, che boccia ogni ipotesi di salario minimo, lascia la porta aperta sul congedo paritario, l’altro cavallo di battaglia di Schlein. Anche se sui temi della famiglia la distanza resta. Come dimostra la decisione del Pd di aderire alla manifestazione in difesa dei figli delle coppie gay, “soprattutto dopo la bocciatura da parte del centrodestra del regolamento Ue” per il riconoscimento di quelli avuti all’estero. La “sfida continua” in piazza con la Cgil. (ANSA).