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La diarchia “umilia” il Presidente del Consiglio Comunale!

Acerra. In diverse occasioni e in diversi modi, è stata sollevata la questione della perdita di ogni autorevolezza del Consiglio Comunale della città da quando Raffaele Lettieri è diventato sindaco.
La massima espressione democratica della città è stata ridotta, parole di un assessore dimissionario, ad un “mero organo di ratifica”, quando evidentemente non si può far a meno del passaggio formale in Consiglio per obblighi derivanti dalla legge, delle decisioni assunte da due persone. Ai consiglieri comunali è stata lasciata la sola libertà di imperversare sull’attività delle commissioni consiliari a proprio piacimento, con gli inevitabili costi a carico della cittadinanza.
Diversi sono stati gli episodi in cui, grazie alla complicità di dirigenti e alti funzionari comunali, il sindaco che puoi chiamare per nome ha reso manifesta e solenne la più totale irrilevanza del Consiglio Comunale, grazie anche alla debolezza conclamata dell’opposizione.
L’unico argine istituzionale a questa indecente e vergognosa deriva istituzionale doveva essere rappresentata dal Presidente del Consiglio Comunale depositario, in forza della legge, dello Statuto Comunale e dei regolamenti, del compito di difendere l’autorevolezza e la dignità del Consiglio.
È stato, invece, un fallimento epocale, la cui dimensione è affidata ormai ai libri di storia locale. Dapprima, il candidato sindaco che si era contrapposto durante le elezioni a Raffaele Lettieri, in perfetta solitudine e come fatto personale, accetta di essere votato come Presidente del Consiglio Comunale rinunciando volontariamente a rappresentare i cittadini che lo hanno eletto. Poi, rinuncia anche al proposito politico, anch’esso del tutto personale e non richiesto, di favorire un dialogo tra amministrazione e opposizione. Di seguito, ancora, con inadeguatezza e approssimazione, ha assecondato in questi anni ogni spinta del sindaco o esigenza della maggioranza nella gestione del Consiglio Comunale, fino al gravissimo episodio di non prevedere la comunicazione, prevista dal Testo Unico sugli enti locali e dal Regolamento comunale di contabilità, dell’adozione da parte della Giunta di una delibera di prelevamento del Fondo di Riserva.
Il sindaco, chiamato a rispondere sul punto da un’interpellanza presentata dall’opposizione, ha scaricato pubblicamente e nella sede istituzionale ogni responsabilità e ogni colpa sul Presidente del Consiglio Comunale. È stato, in un primo momento, lasciato solo da tutti a commettere un errore evitabile, ma estremamente grave, poi immolato sull’altare di una verità banale e semplice.
Si potrebbe, a questo punto, pensare ad un sussulto di dignità personale da parte dell’interessato almeno per salvare la faccia, ma non sembra essere questa una sua vera preoccupazione. Evidentemente il Presidente del Consiglio Comunale preferisce alimentare, sulle proprie preoccupazioni reali ed effettive debolezze, le più svariate ricostruzioni dietrologiche e illazioni per spiegare i motivi che lo hanno indotto ad una serie di scelte, di errori e di comportamenti.
Anche questo sembra essere troppo.
Acerra non lo merita!

Pasquale Sansone

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