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La morte della buona e sana amministrazione!

Acerra: le vacanze della politica.
La morte della buona e sana amministrazione.
Non si può rimanere indifferenti di fronte alla pacata e argomentata intervista rilasciata dall’ingegnere Roberto Petrone sulla vicenda dell’assunzione di un tecnico ambientale al Comune di Acerra, con un singolarissimo caso di “scorrimento” della graduatoria di un concorso pubblico. Sfido qualunque padre o madre ad augurare al proprio figlio di imbattersi in una ingiustizia del genere, dove il potere e le sue degenerate pulsioni calpestano ogni elementare valore di correttezza, ogni senso di equità e di rispetto, seppur formale, della legge.
Questa storia sembrava scritta da tempo, da quando in realtà, nel turno di ballottaggio della peggiore campagna elettorale della storia cittadina, sarebbe stato definito e sottoscritto un accordo “politico” tra l’attuale sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale in carica. Mi rifiuto di credere che questo episodio sia effettivamente successo, non vogliamo crederci, ma intanto su questo eventuale accordo “elettorale” esisterebbe una specifica attività di indagine svolta, in quella fase, da parte della polizia giudiziaria territoriale.
Il terreno proprio della politica non sono le aule di un tribunale, non sono neanche le denunce alla Procura della Repubblica. È chiaro tuttavia che, a questo punto, in considerazione di diversi fattori e di una accesa conflittualità nella vita pubblica della città, non si possa escludere una riapertura delle indagini per accertare fatti e situazioni, per valutare ogni possibile profilo di responsabilità.
Ma la politica è, per fortuna, ben altro!
Il provvedimento amministrativo con il quale si è attuato questo “scorrimento” della graduatoria ha colpito più per la sua imprevedibile, inconsistente modalità che per la sua, più che prevista, adozione. Lo scorrimento di una graduatoria presuppone che chi è posto in una posizione utile risulti indisponibile, per scelta volontaria o situazioni oggettive, a ricoprire il ruolo lavorativo per il quale è risultato vincitore del concorso. Questi, nell’intervista, invece è stato chiaro e circostanziato: a più riprese, mentre gli atti deliberativi e dirigenziali si formavano, ha comunicato al Comune di Acerra la volontà di continuare a svolgere il servizio assicurato da marzo fino a settembre. Non occorre avere la laurea in giurisprudenza o in scienza dell’alta amministrazione del cavolo, per comprendere che l’atto è palesemente viziato da difetto di motivazione o sviamento del potere. Al Comune di Acerra, ormai, il gioco è fin troppo esplicito. Si punta sistematicamente, con una evidenza tanto sfacciata quanto spregiudicata – di fronte al venir meno dei controlli di carattere amministrativo – al risico dell’impugnativa al Tribunale Amministrativo Regionale, rimessa, come è noto, alla volontà del malcapitato portatore dell’interesse leso e soprattutto al suo portafoglio.
Ma la politica è, sempre per fortuna, ben altro!
In queste ore, nell’ambito della giunta e della maggioranza, sta circolando – con una certa infantile insistenza – la tesi che lo “scorrimento” operato in questa circostanza sia stato il frutto di una sorta di rotazione: dopo i primi sei mesi ricoperti dal vincitore, vi saranno semplicemente altri sei mesi ricoperti dal secondo. È innegabile una buona dose di fantasia nel tramutare un importante concorso pubblico in una sorta di casa vacanza “in multiproprietà”. Il punto è che anche questa fantasiosa ricostruzione viene smentita dalle stesse recenti decisioni comunali in materia. In questi ultimi tempi, infatti, sono stati instaurati diversi contratti di lavoro a termine. In tutti gli altri casi si è proceduto alla scadenza a rinnovare, senza soluzione di continuità, i rapporti in essere e in molti casi perfino ad estendere la graduatoria, assumendo quindi altri dipendenti. L’azione amministrativa si deve reggere su elementari principi di imparzialità e parità di trattamento. Non si capisce per quale motivo – in questo caso – si sia operato in maniera totalmente difforme da tutti gli altri numerosi casi, ricorrendo al meccanismo della “casa vacanza in multiproprietà”.
Ma la politica e la buona amministrazione, infatti, sono per fortuna ben altro e su questi ultimi fondamentali aspetti voglio esprimere con forza alcune riflessioni. Il ricorso al lavoro precario nella pubblica amministrazione è stato individuato dalle recenti modifiche legislative come evento straordinario ed eccezionale. Esso serve soltanto a fronteggiare situazioni momentanee ed impreviste, che occorre individuare e descrivere negli atti con estrema puntualità, perché, laddove ne ricorrano i presupposti finanziari, il soddisfacimento del fabbisogno del personale deve avvenire, di norma, con contratti a tempo indeterminato. Non credo, intanto, che sia accettabile per tanti cittadini che – in uno dei comuni più esposti al dramma ambientale della Terra dei Fuochi – venga considerata momentanea la carenza, peraltro di fondo, dell’ufficio ambiente. Questa giunta ha attribuito, invece, priorità ad altri settori, per i quali sono state acquisite posizioni lavorative strutturali.
Poi c’è, sempre per fortuna, il buon senso e il rispetto del principio di economicità.
Un concorso, oltre a costituire un obbligo di legge, rappresenta un investimento e un costo per la pubblica amministrazione, al fine di acquisire professionalità meritevoli nel rispetto della trasparenza. Tre dirigenti comunali per giorni sono stati impegnati per svolgere la selezione, dalla quale è emersa una eccellente competenza. Di seguito, questa risorsa viene assegnata ad un ufficio delicato per sei mesi, maturando una conoscenza diretta dei problemi, delle procedure, delle questioni. Il lavoro concreto ha contribuito a far acquisire un’esperienza operativa, una consapevolezza dei problemi del territorio, una cognizione effettiva della struttura amministrativa, una certa padronanza dei procedimenti. Secondo quale logica di migliore utilizzo delle risorse umane è stato considerato più utile ripartire da capo con una nuova professionalità, disperdendo quella già formata e a conoscenza delle questioni, che invece si poteva subito porre, in modo immediato ed operativo, al servizio dell’interesse generale?
La politica e la buona amministrazione aspettano risposte serie, altrimenti, a proposito di case vacanze in “multiproprietà”, prendetevi un lungo e immeritato riposo.

Pasquale Marangio

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