Occorre l’alternativa al marcio sistema di chi ha amministrato il potere per il potere!
La pubblicazione di un post, sulla pagina ufficiale della testata su facebook, ha prodotto una scossa nel quadro ampio delle opposizioni al sistema diarchico.
Il contenuto del post – Acerra. “ Mentre la Diarchia continua ad arruolare attraverso: parentopoli, comparopoli, patrocinopoli, l’opposizione continua a masturbarsi mentalmente sulla sintesi alternativa all’attuale Sistema Clientelare. Non riesce ad interrompere questa perversa spirale di potere. Basta con le chiacchiere. Fuori il nome del candidato sindaco alternativo”.
Telefonate, sms, e-mail hanno invaso la nostra memoria digitale; a questo punto abbiamo ritenuto opportuno ascoltare un esponente politico di opposizione extraconsigliocomunale: Raffaele Barbato.
Barbato, il Progetto alternativo al sistema clientelare in atto in città, con sintesi di alto profilo, è pronto?
«La città merita un progetto alternativo concreto; in un quadro politico dilaniato e stravolto da un sistema di potere che ha permeato ogni parte dei convenzionali schemi politici, è necessario un salto di maturità da parte di tutti, l’attuale coalizione che sostiene il Sindaco Lettieri rappresenta un coacervo di interessi e di portatori di preferenze. Nella stessa maggioranza ci sono esponenti riconducibili al mondo della destra più estrema e a quello della sinistra, ci sono sostenitori di Forza Italia e del Partito Democratico; davanti ad un trasversalismo consolidato in un sistema di potere, è necessario che un progetto alternativo nasca attraverso un processo di confronto tra tutte le forze politiche che sentono la necessità di ristabilire i valori della democrazia e per costruire un programma per il rilancio della nostra città. Cinque anni di questa amministrazione hanno costruito nella mente degli acerrani un immagine di una città che non esiste, nulla è stato programmato e nessuna prospettiva oggi esiste per il futuro.
In questi mesi abbiamo sentito l’esigenza, insieme a forze politiche anche tra di loro non omogenee, di costruire attraverso un confronto su temi e contenuti, un percorso unitario che ci possa vedere in campo per le prossime amministrative con una concreta proposta di alternativa al governo della città, alternativa nei contenuti, nel metodo e nel modo di interpretare le istituzioni e la loro funzione verso i diritti e i bisogni della città.
La determinazione della sintesi resta un aspetto importante, ma non può e non deve essere l’individuazione del candidato sindaco l’unico elemento di unione di un progetto politico che deve fondarsi su unità di intenti e programmi, pertanto ad oggi posso dirle che le intese programmatiche sono in fase di definizione in un periodo di tempo molto ristretto e l’individuazione della massima espressione sarà la naturale conseguenza di un lavoro che stiamo profondendo con tanto entusiasmo e passione.
In conclusione, posso dirle che tutti quelli che ad oggi con grande senso di responsabilità sono impegnati in questo progetto, sono pronti per offrire alla città una proposta alternativa fatta di temi e contenuti».
Dov’è l’inghippo? Chi sta perdendo tempo al tavolo alternativo?
«In tutta sincerità non credo ci sia qualcuno che perda tempo; ragionare e condividere riflessioni per dare forza e contenuti ad un progetto ambizioso, è un metodo di lavoro che ogni forza politica e movimento si è prefissato e che ognuno, con lealtà, sta in questo momento continuando a portare avanti. La città si aspetta tanto ed è volontà di tutti offrire una coalizione distinta e distante dall’attuale amministrazione comunale e che soprattutto si contraddistingua negli argomenti e nei contenuti con una proposta di qualità, la città non ha bisogno oggi di guerre tra bande o tra guelfi e ghibellini; il popolo, tra Cristo e Barabba, scelse Barabba, la nostra ambizione è dare la possibilità agli acerrani di esprimersi su una visione di città nell’immediato e nel futuro, affrontando i temi del PUC, della salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura che in questi 5 anni sono stati dimenticati, cercando di individuare quali possano essere gli assetti territoriali per attrarre sul territorio investitori e imprenditori in settori alternativi al polo dei rifiuti che quest’amministrazione comunale sta determinando. Se riusciremo a presentare una squadra di governo che abbia contenuti e idee chiare sulla città che vogliamo realizzare insieme agli acerrani, nemmeno un minuto sarà andato perso. In questi mesi abbiamo prestato attenzione e ascolto alla città, alle fasce sociali più deboli, agli imprenditori, ai cittadini delle periferie e a tutti quegli Acerrani che ci hanno chiesto uno sforzo affinchè emergesse un progetto che mettesse le esigenze della città prima di ogni appartenenza politica e senza padrini politici. Crediamo fortemente che sia arrivato il momento di interpretare un sentimento popolare di liberazione da un sistema che ha creato in questi anni tantissime insofferenze in città.»
Con l’escalation del No al referendum, soprattutto ad Acerra, chi ha perso?
«Il voto del referendum è la testimonianza che quando il popolo si libera da ogni tipo di condizionamento, sceglie in modo autonomo come votare, la campagna referendaria ha dato la possibilità di esprimersi a chiunque in questo momento ha voluto manifestare il proprio dissenso verso gli apparati di potere; il voto referendario è stato monopolizzato dalla figura di Matteo Renzi, che ha spostato l’attenzione dei cittadini dal contenuto della proposta di riforma costituzionale ad una conferma rispetto al proprio ruolo di premier, la vittoria netta del NO è il frutto di un’insoddisfazione che regna nel paese e di una mancanza di fiducia nel futuro, il risultato è triste e può avere molteplici letture, a mio avviso quella più corretta riguarda un popolo che è stanco e che sta vivendo una crisi sociale ed economica fortissima. Gran parte dei cittadini che oggi liberamente hanno votato No al referendum, saranno gli stessi che nelle altre competizioni elettorali, attraverso il voto, cercheranno un modo per trovare risposta ad un bisogno di carattere personale. La personalizzazione della politica, l’autoreferenzialismo, la fine dei partiti e delle comunità politiche, rappresentano ad oggi la mancanza più pesante nella nostra società, che ha generato un vuoto tra il popolo e le Istituzioni; se non si ritornerà alle aggregazioni sociali e politiche, alle comunità di pensiero, il futuro non potrà che essere peggiore del presente ed è in questa ottica che il lavoro per costruire un alternativa al governo della città vede coinvolte forze politiche diverse, ma che in questo momento provano ad offrire alla città un metodo di confronto dove l’appartenenza al territorio, il sentire comune e l’essere comunità, viene prima di ogni posizionamento politico, c’è qualcosa di molto importante in gioco ed è il futuro della nostra città».
All’amministrazione acerrana un aggettivo definito?
«L’amministrazione comunale è la naturale conseguenza di una città nella quale ogni riferimento sociale è venuto a mancare, negli ultimi dieci anni la nostra città ha vissuto una forte crisi di identità, oggi Acerra non ha una sua connotazione né una sua prospettiva di sviluppo, l’amministrazione comunale in questi cinque anni ha esclusivamente amministrato il potere per il potere, alla ricerca spasmodica del consenso a tutti i costi. Le determine e le delibere comunali di questi cinque anni raccontano esclusivamente di scelte fatte per acquisire consensi. Non risultano agli atti scelte strategiche in prospettiva futura, la città ha perso altri cinque anni per programmare il futuro. Tutti gli eventi e la spettacolarizzazione anche delle cose più scontate e ovvie, hanno distratto una città in una campagna elettorale quotidiana, che ha svilito ogni senso d’istituzione comunale. La lettere delle dimissioni dell’assessore La Regina restano l’unico atto politico serio che è emerso in questi cinque anni. Oggi Acerra è in una situazione drammatica, la povertà è aumentata, non sono stati attratti sul territorio investitori alternativi al polo dei rifiuti, e il controllo a tutti i costi di tutto, ha svilito anche il senso del volontariato e dell’associazionismo. C’è tanto da fare e i primi ad essere consapevoli di questo stato di cose sono proprio gli Acerrani. Quest’amministrazione comunale ha costruito una città di plastica, una città che allo spegnere delle luci della festa, si presenta vuota, con il coprifuoco di sera, con un centro storico dove i negozi che chiudono aumentano sempre di più, una città insicura, una città priva di occasioni di lavoro, una città senza un futuro, una città dove l’agricoltura è stata abbandonata, la tutela dell’ambiente mortificata e i diritti offerti come concessioni e favori. Chiunque vorrà impegnarsi per costruire un pezzo di futuro di questa città per chi verrà dopo di noi, dovrà essere consapevole che la città ha bisogno di un atto di amore incondizionato e senza nulla a pretendere».
In conclusione, la ringrazio per avermi dato la possibilità di parlare sulla sua testata e ne approfitto per lanciare un appello a quanti ancora credono che questa città possa risollevarsi e riappropriarsi del proprio futuro: non è più tempo di attendere che altri facciano per noi, è il momento del coraggio, siamo nelle condizioni nelle quali ognuno di noi deve rinunciare a qualcosa di suo per darlo agli altri, è ancora possibile insieme a tanti acerrani avviare una rinascita sociale e culturale, con la passione, la partecipazione e l’entusiasmo, è arrivato il momento di donarsi con amore per questa città senza rivendicare tornaconti politici o personali, nessuno ha più alibi, nessuno ha più scuse, chi vuole impegnarsi scenda tra la gente e lo faccia senza posizioni acquisite, senza rendite di posizioni, con l’umiltà e con l’esempio, una riscossa morale e civile è ancora possibile….#acerrarisorgi
Il Direttore