Acerra. Quando si giunge ad Acerra, all’ingresso del centro abitato, si incontrano dei cartelli stradali dove la città si autoproclama “Città delle Donne”, ma anche “Amica delle Api”. In una giornata come questa, l’8 Marzo, sarebbe stato interessante riflettere sui significati di queste parole, in una realtà posta ai margini della Città Metropolitana di Napoli. La molteplicità degli ostacoli e delle problematiche che si frappongono, in concreto, alla piena espressione del mondo femminile non si esauriscono in un’affermazione di principio, ma dovrebbero rappresentare un terreno vero di confronto tra le varie sensibilità e forze, soprattutto un terreno su cui provare a definire anche delle scelte condivise.
Prevale, tuttavia, l’esigenza di ritornare su un mio articolo che ha sollecitato diverse attenzioni, ma anche qualche considerazione non propriamente agganciata all’evidente senso e contenuto politico. (https://giornaletablo.it/politica-acerra/il-sindaco-senza-voler-essere-offensivo-della-carica-porta-ormai-solo-la-fascia/).
Le parole indubbiamente pesano e sono spesso, ma non sempre e comunque, suscettibili di interpretazioni diverse. Nel caso specifico, è stato descritto il processo di delegittimazione della figura e del ruolo del Sindaco della città che ha assunto, ormai, una dimensione conclamata e visibile a tutti. Purtroppo questo indebolimento non è prodotto dalle parole di un articolo, ma da una serie di situazioni e fatti che si sviluppano, in modo visibile, nella vita dell’istituzione e, più in generale, al Comune di Acerra. Il centro del potere nel palazzo municipale, per limitarci ad un esempio plastico, è stato sempre individuato nel secondo piano. Da qualche mese questo centro “geografico” si è spostato, con codazzi e file di cittadini, al terzo piano.
Provare a ragionare apertamente su queste dinamiche politiche e istituzionali determinate da una precisa volontà, certamente non la mia, è una forma di considerazione e rispetto per Tito D’Errico, che avrebbe, tuttavia, tutta la forza, autorevolezza e poteri per riequilibrare gli assetti del potere comunale. In questa condizione “bipolare” del potere, vengono infatti minati alla base i riferimenti necessari per lo svolgimento di una adeguata azione amministrativa, che non a caso è ferma e impantanata. La stessa organizzazione burocratica dell’ente, in particolare il quadro dirigenziale, soffre in queste condizioni perché si trova ad operare senza un coordinamento, in carenza di indirizzi univoci.
Il Governo, con un recente decreto, ha indetto i comizi elettorali per la prossima tornata elettorale per i Comuni, che si terrà nel mese di maggio. In questa fase, il Sindaco di Acerra, per fin troppe comprensibili ragioni, può assumere una forte iniziativa politica per costruire e determinare le migliori condizioni per operare e agire nel perseguimento del proprio programma. Tutti, soprattutto i consiglieri comunali, temono di lasciare il Comune per oltre un anno. È una leva formidabile per provare davvero ad incidere. Sottolinearlo, ricordarlo è un modo, abbastanza chiaro e comprensibile, di esprimere un “forza Sindaco” per il bene della città.
È proprio rispondente al vero quello che un uomo, che viveva di politica e per la politica, una volta mi disse: “ricordati sempre che la politica è di tutti, ma non è per tutti!”
Pasquale MARANGIO