Trucchetti disperati!
Il Consiglio Comunale di ieri costituisce un ulteriore passo nel baratro. Forse non vi è ancora una consapevolezza piena di quanto è accaduto e del significato politico di un passaggio drammatico della vita democratica e istituzionale della città, soprattutto nella maggioranza e tra i componenti dell’esecutivo.
A conclusione di questa estate resa rovente dal reportage del Corriere della Sera sul voto di scambio, dalle polemiche furiose che sono scaturite, dalle annunciate querele e minacciate denunce e dalle mancate costituzioni di parte civile del Comune di Acerra, nessuno poteva immaginare che un candidato al Consiglio Comunale nella lista “Acerra è tua” potesse sfogare così platealmente, verso il sindaco e la sua metà politica, la rabbia per una promessa mancata di un posto di lavoro.
Come la disperazione di un padre merita considerazione e rispetto, così l’integrità morale e politica di esponenti delle istituzioni non può essere messa in discussione da una invettiva pubblica, per quanto grave e diretta. Le autorità preposte devono procedere però – per tutta una serie di ragioni e motivazioni, per l’esistenza di un rinvio a giudizio per voto di scambio a carico di un consigliere comunale decaduto, per la stessa integrità della massima espressione democratica della città e per il valore e la forza della legalità – ad un accertamento rapido di tutti i presupposti e delle premesse di fatto, evitando di cincischiare o sottovalutare il problema.
Gli elementi emersi così platealmente e peraltro documentati da un video diventato rapidamente virale sulla rete impongono verifiche stringenti e puntuali.
Allo stesso modo, il riserbo e il rispetto mostrati dalla stampa e dalla politica in tutti questi mesi verso la delicatissima vicenda di un consigliere comunale licenziato per ragioni collegate all’esercizio della funzione pubblica, oggi diventata di dominio pubblico e istituzionale, esigono chiarezza e verifiche urgenti da parte del sindaco.
La chiarezza, intanto, è una necessità politica per il peso e il ruolo centrale e determinante di questo consigliere nella maggioranza, per la sua ricercata e insistita visibilità politica svolta per conto e nell’interesse della maggioranza, non certo per gli strettissimi rapporti personali intrattenuti da sempre con il primo cittadino. Le verifiche amministrative sull’attività e sulle verbalizzazioni delle commissioni, in ogni caso, sono un atto dovuto nell’interesse della legalità e della trasparenza. La vicenda delle commissioni consiliari e i costi della politica, infatti, sono temi di strettissima attualità. Le confuse contraddizioni del Presidente del Consiglio comunale, che ammette di conoscere da tempo la questione per poi immediatamente smentirsi, la reticenza grezza e grossolana del sindaco, il nervosismo manifestato dalla coalizione di maggioranza infine, gettano un’ombra inquietante da diradare con immediatezza.
I trucchetti e gli scherzetti non possono diventare una ossessiva malattia, una follia disperata in cui si trascinano maniacalmente la democrazia e l’ente locale.
Il sindaco, per questa ragione, si assuma fino in fondo le proprie responsabilità, favorendo l’emersione anche di verità scomode sul terreno politico. Queste scelte, dolorose indubbiamente, attribuirebbero al sindaco un profilo istituzionale diverso e più adeguato. Ne deriverebbe un rapporto più vero e integro con la città nonché il riconoscimento profondo dai cittadini di ogni fazione e orientamento politico, facendo anche recuperare al Comune di Acerra un dissipato patrimonio di credibilità.
Pasquale Sansone