Acerra. Un grido nel deserto del silenzio!
Questa sera si terrà al Duomo la Terza Assemblea sulla Questione Ambientale.
Il vescovo della città, monsignor Antonio Di Donna, ha convocato l’adunata dei cittadini e delle rappresentanze istituzionali, che si ritroveranno alle ore 19, in cattedrale, con l’obiettivo di «mantenere alta la vigilanza sul dramma umanitario dell’inquinamento».
Su un telo scorreranno i nomi dei morti di tumore.
Il vescovo di Acerra ha convocato in cattedrale «cittadini, istituzioni, associazioni e comitati per fare il punto della situazione alla Assemblea annuale sulla Questione Ambientale» e per «evidenziare luci e ombre del cammino che Chiesa e Istituzioni hanno intrapreso in merito alla grave e lunga emergenza ambientale delle nostre terre».
In particolare «l’assemblea del 2016 sarà un’occasione di verifica di quanto affermato e promesso durante la Giornata Regionale del Creato promossa dai vescovi della Campania proprio ad Acerra il 26 settembre del 2015. In quel giorno le Istituzioni si impegnarono concretamente sulla questione mentre le Chiese della Regione, a conclusione di un cammino di educazione alla salvaguardia del creato compiuto nelle diocesi, diedero voce alle attese della popolazione in merito alla tutela della salute, alla salvaguardia dell’ambiente e al rilancio dell’agricoltura impegnandosi a mantenere alta l’attenzione e a promuovere il dialogo tra istituzioni e cittadini su questo delicato fronte.
L’appassionato impegno della Chiesa e del Vescovo rischia di essere, oggi, un grido nel deserto.
Le battaglie a difesa dell’ambiente hanno avuto un peso fondamentale per molti anni nella nostra città. La lotta contro l’insediamento dell’inceneritore ha mobilitato forze ed energie straordinarie, nei comitati, nelle associazioni, nei movimenti. Acerra ha costituito una sorta di laboratorio politico e sociale, ma è stato anche il luogo di conoscenza delle problematiche ambientali, di elaborazione di proposte e soluzioni, di programmi e piani a vari livelli che hanno generato e imposto procedimenti amministrativi e istituzionali di notevole valenza. La difesa dell’ambiente e del territorio ha diffuso un senso di responsabilità e consapevolezza, liberato spinte importanti e un’adesione convinta nei cittadini per migliorare la qualità della vita, per salvaguardare il territorio e adottare buone prassi, come la raccolta differenziata.
Questa spinta è finita per una sorta di logoramento del tempo, per un inevitabile processo inconsapevole di adattamento e adeguamento. La spinta si è arenata anche per tentativi, più o meno espliciti, di “sterilizzazione” delle forze in campo con intenti politici e di gestione del potere.
L’ambientalismo ad Acerra non è morto sul terreno culturale, ma nel suo complesso si è condannato, per tutta una serie di ragioni e sollecitazioni, alla marginalità democratica e istituzionale.
Del resto, non vi è dubbio che l’amministrazione comunale abbia rinunciato da tempo ad attribuire alle questioni ambientali e di difesa del territorio la necessaria centralità. Da anni manca un assessore all’ambiente, l’Osservatorio ambientale comunale non è stato messo in condizione di funzionare, i programmi di bonifica e risanamento ambientale non hanno avuto alcuna priorità e alcun tipo di sostegno, diventando solo un riprovevole terreno di scontro tra dirigenti comunali su ordinanze e carte bollate. Tranne qualche proclama e qualche promessa, il controllo del territorio per la tutela ambientale, l’indispensabile attenzione verso il risanamento dei Regi Lagni, l’analisi scientifica e lo studio per comprendere le cause dell’inquinamento dell’aria dalle polveri sottili, l’attivazione di progetti sanitari e di valutazione epidemiologica sono stati tutti completamente rimossi dall’azione amministrativa e istituzionale.
A questo si deve aggiungere l’incomprensibile silenzio che da quattro anni il sindaco e l’amministrazione comunale hanno fatto calare sull’inceneritore, una vera e propria “Pax del Pantano”, per nulla rotta dall’acquisto di una centralina mobile per l’analisi dell’aria i cui risultati continuano ad essere occulti e da un tradivo e inconferente ricorso al Tribunale Amministrativo della Campania contro l’autorizzazione regionale conseguita dall’impianto.
Il Ministero dell’Ambiente, la Regione Campania, per tanti versi il Comune e il Sindaco di Napoli, e la stessa A2A in qualche modo stanno ringraziando per questa “Pax del Pantano” che certamente non contribuisce a mobilitare e far attivare le misure necessarie e indispensabili per la tutela di Acerra, la tutela degli acerrani e della loro salute.
Acerra e gli acerrani hanno il diritto di capire il perché.
Pasquale Sansone