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Una politica che intercetta e risponde solo agli interessi personali, non è in condizione di leggere la realtà… di Pasquale MARANGIO

Acerra. Immagino le reazioni.
Conosco, fin troppo bene, gli umori e le pulsioni della classe politica della mia città, ossessionata da pratiche spicciole e pensieri sbrigativi, troppo presa dal destino personale, poco incline a svolgere riflessioni, ancor meno a svolgere riflessioni scritte. Il termine di paragone che utilizzerò sarà considerato forzato, per qualcuno addirittura irriverente, per altri ancora superficiale.
Ieri sera, come tanti appassionati di calcio, ho seguito la partita, valida per l’accesso ai quarti di finale della Champions League, tra i tedeschi del Bayern Monaco e la corazzata stellare del Paris Saint Germain, con il Campione del Mondo, Leo Messi e l’asso francese Kyliane Mbappé. Uno scontro tra due grandissime formazioni, ma due formazioni concepite e pensate in modo diametralmente opposto. Da un lato una squadra organizzata e attrezzata a concepirsi come un collettivo, dall’altro una squadra di fuoriclasse, di formidabili individualità tecnicamente capaci di vincere le partite da sole, con un’invenzione geniale o un colpo impareggiabile.
È finita che, tra andata e ritorno, il Paris non ha segnato neanche un gol, i bavaresi addirittura tre e ne potevano essere molti di più.
Questa vicenda sportiva è una metafora importante che può valere in tantissimi ambiti o settori, ogni qualvolta a muoversi è un gruppo, immaginiamo sicuramente nei contesti lavorativi, o una comunità. Nel vedere la partita, con il naturale distacco che mi viene quando non ci sono maglie azzurre, vedevo quello che sta accadendo da anni nella vita pubblica della nostra città.
Il destino di una comunità e di un territorio non può dipendere dalla semplice affermazione e sviluppo delle individualità. L’interesse generale, ammesso che sia stato concepito in questo modo, non potrà mai risultare dalla somma degli interessi personali. Del resto, in tantissime circostanze della vita sociale ed economica gli interessi che muovono persone, famiglie, professionisti o imprese sono gli stessi e contrapposti, in altri casi addirittura sono alternativi. Senza voler scomodare riflessioni e considerazioni molto alte, l’interesse generale si fonda sempre su una dialettica o una contrapposizione di forze e ne costituisce il superamento più avanzato. Le politiche clientelari pongono sicuramente una serie di questioni, violando generalmente principi fondamentali di legge come l’imparzialità amministrativa. Esse, in realtà, oltre ad alterare i meccanismi del consenso elettorale e democratico, come dimostrano svariati casi, sono espressioni tipiche di realtà arretrate e senza sviluppo, nelle quali manca lo spirito di collaborazione e la consapevolezza della dipendenza reciproca.
Una politica che si muove soltanto per intercettare e rispondere agli interessi personali, per ragioni di consenso e finalità di potere, non è neanche in condizione di leggere la realtà nel complesso. Per questo motivo, infatti, non è stata colta dall’amministrazione comunale la drammatica crisi di struttura che stava travolgendo la città.
La crisi di Acerra non è stata un caso. La crisi di Acerra, sia chiaro, come la sconfitta del Paris Saint Germain, non è il prodotto di un destino avverso.

Pasquale MARANGIO

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