L’intervento sulla variante ferroviaria, TAV, dell’Avvocato Pasquale Marangio.
Acerra. Ad ottobre al Castello Baronale, con la solenne ritualità imposta dalle circostanze e dalla presenza del Ministro ai Lavori pubblici, del Presidente della Regione, dei rappresentanti delle Ferrovie e di parlamentari, venne annunciata la partenza di alcuni cantieri dell’Alta Velocità, legati alla tratta Napoli Bari.
Il decreto “Sblocca Italia” varato dal Governo nazionale aveva contribuito a muovere dalle secche questo importante progetto infrastrutturale, indispensabile per lo sviluppo dell’intera Italia Meridionale, lungo l’asse tirreno adriatico.
Nell’occasione venne comunicato che nel comune di Acerra, in località Gaudello, sarebbe stata realizzata la nuova viabilità.
Il 3 novembre 2015 era convocata la Conferenza dei Servizi per approvare il progetto definitivo complessivo, ultimato il 4 settembre, della variante Napoli – Cancello. La variante Napoli – Cancello (15,5 km) si deve ricordare che costituisce il primo segmento dell’itinerario AV/AC Napoli – Bari. Inserita nella nuova stazione Alta Velocità di Napoli Afragola, questa variante garantisce l’integrazione delle linee convenzionali della Campania con il sistema AV/AC nazionale.
Il Consiglio Comunale a dicembre, con Deliberazione n. 34, ha approvato l’Ordine del giorno, relativo all’itinerario Napoli-Bari, variante linea Cancello-Napoli, infrastrutture (viabilità), esprimendo parere favorevole al progetto per quanto di competenza.
Senza alcuna informazione alla città, senza alcuna pubblicazione e senza passaggi istituzionali adeguati, si apprende che in data 16 marzo 2016, il Presidente Giovanni Costa ha adottato la Determinazione motivata di conclusione della Conferenza di Servizi, la cui seduta si è tenuta il 3 novembre 2015, trasmessa alla V Direzione del Comune di Acerra con nota il 21/03/2016.
Il Comune di Acerra ha deciso, in queste settimane, di impugnare questa ordinanza presso il Tribunale Amministrativo regionale, conferendo apposito incarico ad un legale.
Ci saranno sicuramente tanti buoni motivi e centinaia di fondate ragioni per farlo. Tuttavia, alla faccia della trasparenza e del piena accessibilità alle informazioni sull’attività amministrativa, sancita come obblighi fondamentali a carico della Pubblica Amministrazione dalla legge, non è possibile sapere – a leggere e rileggere la delibera di giunta comunale pubblicata solo questa mattina, anche se risalente a dieci giorni fa – quali siano i buoni motivi e le centinaia di fondate ragioni che hanno indotto ad assumere questa importante decisione.
Si deve desumere e presumere che, alla base, ci siano delle difformità sopravvenute con l’ordinanza conclusiva di approvazione della Conferenza dei servizi. Poiché si tratta di questioni importanti che segnano, direi fisicamente, il destino di un territorio, sarebbe oltremodo fondamentale un’adeguata e puntuale informazione, anche se di natura tecnica e progettuale, sul carattere e natura di queste difformità o divaricazioni.
Perché la città continua a non essere informata nel rispetto di principi elementari di trasparenza e di partecipazione democratica?
Perché le delibere di giunta vengono pubblicate a distanza di giorni dalla loro approvazione, come è avvenuto in questo caso, soltanto dopo diverse sollecitazioni e ripetute pressioni?
Perché il Consiglio Comunale non è stato investito per tempo della questione e si preferisce, invece, esautorarlo anche del diritto di sapere in merito ad atti di propria competenza?
È difficile confondere la stanza di un sindaco con lo studio di un geometra o di un perito edile, eppure al Comune di Acerra viene fatto, ogni giorno, probabilmente ogni ora, con una facilità strabiliante che ridicolizza e mortifica il senso nonché il ruolo delle Istituzioni comunali.
In dispregio, per ovvie ed evidenti ragioni, della legge e della democrazia e grazie a tante – troppe – colpevoli e miserabili complicità!
Pasquale Marangio